” Gioco Pericoloso ” – Recensione in Anteprima. Disponibile al Cinema dal 13 Marzo 2025.

11 Mar, 2025

La relazione di Giada, ballerina professionista e Carlo, scrittore in crisi alla ricerca di una nuova storia da raccontare, gode ancora di grande complicità e intimità. L’incontro con Peter Drago, un giovane artista deciso ad affermarsi nel mondo dell’arte contemporanea, affascina Carlo che lo introduce in famiglia. Quando Giada vede Peter ha però una reazione inaspettata…lui potrebbe far riemergere qualche indicibile segreto del suo passato.

Non serve nascondere il fatto che uno dei motivi principali per avvicinarsi al film è la presenza di Elodie come corpo magnetico e dal fascino a cui non si può resistere. Lei che riesce a fare della sensualità e della voglia di mostrarsi come movimento per emanciparsi e per farsi mezzo della propria arte che sia la musica che scrive, della sua capacità di riempire gli stadi oppure recitare in un film. Al di là quindi del suo mettersi a nudo, anima e corpo, possiamo dire che nel film “Gioco Pericoloso” non è solo oggetto inerme del desiderio di due uomini bensì trasmette il giusto mix di vulnerabilità e pericolo confermandosi attrice impegnata a migliorarsi dopo la sua prova in “Ti mangio il cuore”. Anche i suoi comprimari, Giancarlo Giannini ed Eduardo Scarpetta, non sono da meno e sono due forze gravitazionali differenti che attirano Giada a sé. Purtroppo però per quanto i due attori siano bravissimi e anche loro ci mettono tanta convinzione, c’è qualcosa nei dialoghi o nelle loro convinzioni che li rendono marginali e a tratti poco convincenti.

Nei suoi intenti siamo di fronte ad un noir con punte da thriller che sfocia spesso in suggestioni e scene di stampo sessuali che però risultano solo accennate e troppo impostate mancando davvero quel coraggio di osare fino in fondo. La tensione fatica a resistere e spesso ci si chiede se è proprio quello l’intento del film oppure l’attesa dell’ennesima scena erotica e più si procede, più viene fuori una certa incredulità in quello che vediamo anche se poi l’estetica è sublime e la confezione di altissimo profilo. Rimangono i momenti poco credibili il vero punto anti-focale che non permettono allo spettatore di creare vera empatia e sentirsi legati a questi personaggi. In aggiunta a questo c’è poi l’intento drammatico (che spesso sfocia nel melodramma) che cerca in tutti i modi di farsi motore della vicenda e di puntare su riflessioni profonde dei suoi protagonisti così da giustificare il più possibile il loro procedere sempre di più verso l’instabilità e la pazzia.

Un thriller psicologico negli intenti che manca nel riuscire a trasmettere e avere una vera identità ma procede più per momenti, inquadrature d’effetto, opere d’arte suggerite o esplicitate ma che faticano a creare qualcosa di coeso o di davvero profondo. C’è un mistero da scoprire, al di là del triangolo amoroso, e la sceneggiatura alla fine riesce anche a dare un legame a tutto quanto per poi finire con un colpo di coda metanarrativo che per la maggior parte potrebbe sembrare fuori luogo.

Andrea Arcuri