L’attrice Marianna Folli è famosa per il suo lavoro insieme a Maurizio Crozza e per la sua partecipazione a numerosi spettacoli teatrali come “Mistero Buffo” e “Il Senso della Vita di Emma”. Di recente ha partecipato all’ultimo film di Antonio Albanese dal titolo “Cento Domeniche”. Come giurata della 27° edizione del Gallio Film Festival ha risposto ad alcune nostre domande…
Hai già visto tutti i film del Gallio Film Festival? Hai una preferenza?
Si, ce l’ho. Ci siamo confrontati un pò con tutti i membri della giuria e siamo sulla stessa lunghezza d’onda, tranne un paio di titoli che o non piacevano per niente o piacevano, ma quelli in cui la qualità era chiara non c’è stata discussione. Alcuni film sono proprio stupendi, alcuni attori sono pazzeschi…
Appunto, tu in qualità di attrice, in che modo guardi questi film?
La giuria è molto variegata, ognuno fa un mestiere diverso, e questo ha consentito una discussione su diversi aspetti. Infatti spesso mi è stato chiesto un parere da attrice ed ovviamente a me viene naturale guardare il film con un occhio da attrice e dunque soffermarmi sulla recitazione. Devo dire che in alcuni film ho riscontrato una grandissima qualità; infatti alcuni di questi film hanno già ricevuto diversi premi.
Secondo te i film hanno un qualcosa che li accomuna a livello tematico?
Io avevo in mente il tema della donna (che sarà maggiormente sviluppato nella seconda settimana del festival), ma altri film che si discostano sono altrettanto godibili. In ogni caso il tema che li accomuna è il fatto che sono tutte opere prime, lo dico al di là del fatto che si sa, perché lo vedi. Perché vediamo alcuni film che sono acerbi ma hanno del potenziale, c’è già una poetica di fondo, e ti spetti che il prossimo film avrà successo. Oppure, al contrario, vedi qualcosa di innovativo che ti sorprende piacevolmente e capisci che si tratta di un’opera prima di un giovane artista che vuole rompere gli schemi. Si percepisce molto la sensazione di opere prime al festival.
Da attrice, c’è un ruolo che avresti voluto interpretare di uno di questi film? Un ruolo che ti ha colpito particolarmente o che avresti voluto recitare diversamente?
Si, tutti (risata sarcastica)…no, scherzo! Ad esempio mi è piaciuto molto il ruolo di “Felicità” della Micaela Ramazzotti, perché è un personaggio bello, sensuale, un po perso, particolare. Poi anche il personaggio femminile di Isabella Ragonese in “Come pecore in mezzo ai lupi”, un film scritto molto bene. Per me lei è stata la più brava.
I film proposti hanno generi diversi: c’è un cartone animato, un action, un film drammatico, uno che racconta di carcere minorile. Qual è la risposta del pubblico a questa varietà? C’è stato un genere che è stato più apprezzato rispetto ad un altro?
Lo scorso anno il genere predominante è stato la commedia. Quest’anno si è riso meno rispetto all’anno scorso, ma il genere drammatico è stato altrettanto apprezzato. Ho notato, infatti, una risposta positiva del pubblico rispetto anche al dibattito che c’era con il regista dopo il film. È stato un pubblico che ha partecipato molto in generale a tutti i film con un dibattito molto attivo. Io che vengo da un paesino e so bene che potrebbe esserci un po’ di timidezza, invece il pubblico si è mostrato molto attivo e quando il dibattito si rivelava particolarmente acceso, allora si vedeva che il film era interessato di più.
Hai visto lo stesso pubblico in un cartone animato piuttosto che in un genere completamente diverso?
Si, diciamo che le facce erano sempre le stesse, ma ce n’erano anche altre nuove. Ho visto grande interesse per i temi civili-sociali come ad esempio il film “Palazzina Laf” o “Samad”, ambientato in un carcere minorile. Dunque la varietà di stili è stata ben accettata ed apprezzata da un pubblico adulto ma di età varia, sia da quello anziano che da quello un pò più giovane. C’era anche un bello scambio tra generazioni nei dialoghi dopo i film.
Eri presente anche lo scorso anno. Secondo te, cosa offre, il Festival a chi vi partecipa sia come regista sia come pubblico?
Questo è il mio secondo anno e ho visto un ulteriore aumento di pubblico. L’anno scorso e anche quest’anno, nonostante la varietà di genere e stili, i film scelti avevano tutti un “cuore” profondo di fondo. Vedo dunque ancora la voglia degli autori di scommettere e osare un pò e il Gallio Film Festival in questo senso fornisce una grande occasione. Oltre al fatto chesi da la possibilità al pubblico di conoscere film che magari non passano nei circuiti di grande distribuzione finendo poi in servizi streaming fruibili da casa. La possibilità di vedere queste opere prime sul grande schermo e non a casa, dove sappiamo che si vedono sempre in maniera distratta, è decisamente tutta un altra cosa. Infine ci sono le discussioni post-proiezione che nei cinema classici non si fanno; invece qui c’è questa possibilità e i registi rispondono alle domande più differenti tra quelle più tecniche ad altre più leggere. Ho assistito a dialoghi del cineforum in cui i registi erano visibilmente emozionati nel vedere che la propria opera veniva vista e suscitava una risposta d’interesse da parte del pubblico. Questo per un regista è una grande soddisfazione.
Un ringraziamento a Marianna Folli per la sua spontaneità. Noi le auguriamo il meglio per i suoi prossimi impegni lavorativi e vogliamo farle i più sinceri complimenti per aver portato la sua esperienza al Gallio Film Festival.
Ecco il suo sito : www.mariannafolli.it
Andrea Arcuri