L’appuntamento sul grande schermo coincide con l’arrivo del 70° anniversario del debutto cinematografico di Godzilla e ci trascina nel Giappone del dopoguerra, su cui incombe un nuovo terrore. È Godzilla, che costringe la popolazione del paese devastato dal conflitto a combattere nuovamente per la sua sopravvivenza. Takashi Yamazaki (“The Eternal Zero”, “Always: Sunset on Third Street”, “Parasyte: Part 1”) firma la regia, la sceneggiatura e i VFX del film, che vede protagonisti da Ryunosuke Kamiki, Minami Hamabe, Yuki Yamada, Munetaka Aoki, Hidetaka Yoshioka, Sakura Ando e Kuranosuke Sasaki.
Si può raccontare del mito Godzilla solo con distruzione e facendolo combattere con altri kaiju? Lo scopo di questi film è quello di intrattenere il pubblico con CGI sempre più accurata ed enormi mostri sempre più minacciosi? Assolutamente No e questo “Godzilla Minus One” ne è la dimostrazione perché il film non prende il punto di vista del mostro bensì del popolo che si ritrova costretto a difendersi da solo quando a mancare, questa volta è la parte burocratica e il governo con le sue leggi e le sue armi. Questa volta è l’intimità di un ragazzo che non riesce ad andare a vanti a vivere perché si è dimostrato codardo nel suo ruolo di Kamikaze nel corso della Seconda guerra mondiale e per il Giappone questa sua mancanza è un enorme disonore. La storia viene così portata nella testa di questo personaggio e di altri che per onore e non per costrizione si ritrovano a difendere l’indifendibile cercando di fermare chi non si riesce a fermare rischiando la vita non per una missione suicida bensì per un piano che ha la possibilità di riuscire e far tornare tutti a casa.
Takashi Yamazaki, mago giapponese degli effetti speciali realizza il miglior uno dei migliori su questo mito degli ultimi decenni da mettere insieme a “Shin Godzilla” sempre di produzione Giapponese. Se in questo altro film il punto di vista era politico e la maggiorparte del tempo si passata tra burocrati in stanze chiuse a decidere come contrastare Godzilla, qui l’ambientazione principale sono le strade distrutte dal passaggio del mostro e le case da ricostruire mattone dopo mattone.
In entrambi i casi, quello che accomuna questi film è la produzione Giapponese è il fatto che il lucertolone atomico viene usato come metafora della critica sociale, sebbene da punti di vista differenti, per poter veicolare messaggi ben più interessanti del voler creare solo minaccia e distruzione.
Ovviamente la parte di effetti speciali è realizzata mixando molto bene tecnologia attuale con uno stile volutamente retrò ma tutto risulta perfettamente unito e le immagini realizzate nel migliore dei modi. Alla fine Godzilla fa sentire il suo grido e la minaccia che incute diventa reale e terrificante, quindi anche su questo aspetto “Godzilla Minus One” risulta riuscito.
Per tutti questi aspetti, il film portato in Italia da Nexo Digital è da non perdere perché parla di persone dal loro punto di vista e di eroi riluttanti che non lo vogliono essere ma non perché costruiti con il grugno e il loro essere sfacciati ma perché davvero hanno demoni interiori profondi. Sotto l’aspetto dell’intrattenimento Godzilla si farà sentire con tutta la sua potenza a voler gridare che ha ancora qualcosa da dire ma per sentire davvero la sua voce è bene rivolgersi a chi lo ha creato davvero e non chi ne ha sfruttato i diritti in un altro continente.
Andrea Arcuri