Napoleon racconta l’epica ascesa e caduta dell’imperatore francese Napoleone Bonaparte, interpretato dal premio Oscar® Joaquin Phoenix e diretto dal regista Ridley Scott. Il film ripercorre l’inarrestabile scalata al potere di Bonaparte attraverso la burrascosa relazione con il suo unico vero amore, Giuseppina, mostrando le visionarie strategie politiche e militari del grande condottiero in alcune delle scene di battaglia più realistiche e spettacolari mai realizzate.
Non c’è nessun dubbio che Ridley Scott riesca a realizzare un film enorme a livello di portata estetica accompagnando tanta magnificenza con uno studio dei personaggi profonda e sentita. Siamo di fronte ad una epopea storica come non se ne vedono più dove è presente una forza scenica impeccabile con un’atmosfera sempre di altissimo livello con combattimenti su vasta scala perfettamente coreografati. Parlando del cast è plausibile pensare che tutto è sulle spalle di Joaquin Phoenix perfettamente in parte e che riesce a mettere in scena un Napoleone ambiguo perché mosso da forte egocentrismo ma anche pieno di difetti e capace anche di disperarsi e piangere. Al suo fianco Vanessa Kirby nei panni di Giuseppina e anche lei estrema nelle sue caratteristiche regalando al pubblico un personaggio ambivalente ma che si compensa perfettamente con Napoleone. Infatti il vero fulcro emotivo è proprio la dipendenza tra questi due personaggi e come la mancanza di uno vada ad incidere sulla stabilità emotiva dell’altro. Si potrebbe continuare ancora tanto ad elencare i pregi del film eppure qualcosa non torna e “Napoleon” non conquista e convince del tutto. In tutta la sua magnificenza e portata storica il film risulta denso di avvenimenti ma non ha fretta e usa tutto il suo tempo, stiamo parlando di quasi 3 ore di durata per raccontare minuziosamente e in maniera un po’ troppo didascalica gli eventi dell’ascesa e caduta di Napoleone senza però che realmente il film abbia mai davvero preso vita. La sceneggiatura di David Scarpa non riesce a rendere il racconto davvero fluido e i vari passaggi di contesto risultano schematici senza mai avere dei picchi emotivi a cui attaccarsi se non le scene di battaglia o alcuni scambi tra Phoenix e Kirby. Alla fine per apprezzare davvero il film è inutile rifugiarsi nella sua storia che funziona più che altro come esposizione dei fatti in maniera classica ma sulla rappresentazione del personaggio che viene spesso sbeffeggiato nei suoi modi, intaccata la sua spavalderia e sembra spesso un bambino petulante vittima del suo egocentrismo che si dispera e piange quando Giuseppina lo tradisce. Ne viene fuori un ritratto dell’ambizione esagerata di un uomo e di come la ricerca della grandezza può essere la cosa peggiore a cui una persona possa aspirare.
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Andrea Arcuri