Immaginiamo un uomo comune del millennio digitale catapultato in un inaspettato viaggio analogico. È quello che succede a Ennio Storto, il nostro protagonista, che si ritrova improvvisamente in un 2023 alternativo dove la tecnologia si è fermata per sempre agli anni ’90. Ma quello che nasce come un disastroso imprevisto può evolvere in un’avventura straordinaria, in cui Ennio scoprirà un nuovo lato di sé.
Il film per quanto abbia di fondo una storia ben scritta e delineata ha un problema. Maccio Capatonda deriva dal web e quindi risulta inevitabile il fatto che vada a mettere in scena una sequenza di momenti e gag che potrebbe anche esser viste al di fuori della storia. Per fortuna non tutte sono state anticipate dal trailer ma dispiace che nonostante l’evidente e ammirevole sforzo, non riesca a creare qualcosa sfruttabile al di là di una risata fulminea.
C’è da ammirare davvero il fatto che Maccio cerchi di raccontare qualcosa piena di buoni propositi e con una bella morale di fondo ma la costruzione della storia e dei suoi accadimenti e anche una regia tutto sommato troppo semplicistica, permettono di sfruttare totalmente tali ottimi presupposti. La parte divertente non viene mai bilanciata da qualcosa di più profondo o che possa rimanere e far riflettere lo spettatore.
Non vogliamo però buttar via questo film e anzi meno male che ci sono autori come Maccio Capatonda che provano a realizzare qualcosa di differente anche solo nel voler mettere in mezzo fantascienza e un effetto nostalgia ben sfruttato e che non diventa mai troppo invadente. Il suo film è da preferire a tantissimi altri autori che si limitano a rifare la “commedia all’Italiana” senza aggiungere nulla alla solita miscela di ingredienti basilari.
Andrea Arcuri