Il nuovo film thriller presentato al Festival di Venezia 2023 è diretto da David Fincher, interpretato da Michael Fassbender e tratto dalla Graphic Novel composta da dodici volumi di Luc Giacamon e Alexis Nolent “Le Tueur”, adattata per lo schermo da Andrew Kevin Walker. Il film parla di un Killer spietato, senza nome, si nasconde nell’ombra attendendo e controllando il suo prossimo bersaglio con una pazienza fuori dal comune, ma dietro il suo cuore di ghiaccio si nasconde un uomo che fa i conti con la sua coscienza. Una missione andata male costringerà l’uomo ad un’unica scelta, ritirarsi dalla carriera di Killer professionista, ma il suo passato non lo lascerà andare così facilmente.
Per come viene raccontata, la trama del film risulta quasi banale e troppo uguale a tanti altri film simili. E’ bene però guardare nuovamente il nome del regista (David Fincher) che non si lascia andare a banalismi e non ha mai creato qualcosa di classico, simile ad altri o facilmente dimenticabile. Seguiamo così il Killer che con una pazienza innaturale porta lo spettatore all’interno di un mondo ormai abusato ma in maniera del tutto nuova legata al suo approccio e stile.
David Fincher non sbaglia anche se certo non arriva ai massimi livelli a cui siamo abituati e tratta l’argomento come merita e come nessun pubblico ha mai visto quasi come un vero manuale dell’assassino nel caso in cui qualcuno voglia intraprendere tale carriera. Mette così in scena i pro e i contro, i lati positivi e cool al pari della componente noiosa e meticolosa di un lavoro su commissione. Nel momento in cui arriva un errore nel lavoro del Killer, ecco che la trama prende una via differente e certo più movimentata anche se per fortuna rimane quel senso noir con cui l’opera si presenta e mantiene.
L’unico limite del film è il fatto che si attiene al piano in maniera precisa senza distogliersi più di tanto e quindi il suo svolgersi potrebbe essere prevedibile e limitare l’attenzione. A questo si aggiunge lo stile prima accennato e un’esposizoone dei fatti e dei pensieri in maniera pacata, ragionata e obiettiva con un grande uso della voice-over. Tale scelta risulta affascinante e certamente si differenzia da altri ma il pubblico potrebbe faticare ad accettarlo perché non è abituato a tale stile aspettandosi un prodotto più movimentato.
Nonostante i suoi limiti e precisando che Fincher non riesce ad arrivare a vette stilistiche toccate in precedenza, “The Killer” riesce a intrattenere e mettere in scena una storia dai risvolti interessanti sotto molteplici aspetti e tutto sommato riesce a portare a termine, in maniera quasi troppo impeccabile, il suo compito.
Andrea Arcuri