Protagonista della storia è Giulia (Aurora Giovinazzo), ex-promessa di questa disciplina, che ha lasciato il mondo degli incontri dopo un tragico incidente nella gabbia da combattimento. Lavora in un piccolo zoo a conduzione familiare con il fidanzato ma tormentata dal desiderio di tornare nella gabbia di MMA, Giulia mette a rischio tutto quanto per tornare a combattere e avere la sua vendetta sul ring.
Il film ambientato nel mondo della MMA e riesce ad essere tanto adrenalinico nelle scene ambientate sul ring quanto intimo nel mettere in scena i drammi del personaggio di Giulia pieno di aspetti interessanti, tragici e reali. Certamente la MMA funge da filo narrante per una storia classica nel suo andamento fatto di caduta, rivalsa e ripresa ma il contorno emotivo che crea intorno è di altissimo livello. Quando sul ring le immagini risultano concitate, ben dirette senza confusione e l’azione scorre coinvolgente e potente tra i combattimenti, le prese e il sangue che scorre tra i combattenti. Nel comparto tecnico c’è da mettere in risalto anche le musiche originali del celebre cantautore Motta che ha realizzato anche il brano inedito “Minotauro” assieme a Danno, leader dello storico gruppo Colle der Fomento. Infine c’è il cast composto da una magnetica ed emotiva Aurora Giovinazzo e una rocciosa e seria Valeria Solarino che sono i “mezzi” che il regista Massimiliano Zanin usa alla perfezione per portare avanti la trama e aiutare il pubblico a immedesimarsi alle loro storie.
Di forte impatto e altrettanto importante è la componente intima tutta a carico di Giulia nella suo incidente che l’ha allontanata dalle gare e la voglia di riscatto contro le aspettative. E’ presente anche una storyline conflittuale con il suo fidanzato che la vorrebbe concentrata nel loro progetto di vita insieme dimenticandosi totalmente del ring. Tale aspetto viene anche enfatizzato da una componente religiosa che vorrebbe Giulia una brava e devota moglie legata al marito e lontano dalle distrazioni. Sotto quest’ultimo aspetto il film risulta inconcludente e si perde tra piccoli accenni di dialoghi mal riusciti e situazioni forzate.
In un qualsiasi combattimento si danno ottimi pugni che vanno a segno ma si deve anche saper incassare magari con qualche caduta; “The Cage – Nella Gabbia” convince nel suo insieme e se proprio non vince per k.o. (da notare qualche piccolo problema di ritmo), si rivela essere un ottimo prodotto che rimane impresso per la sua capacità di intrattenere sotto molteplici aspetti e merita di conquistare una spazio nel panorama Italiano.
Andrea Arcuri