Metal sinfonico moderno, occulto, epico al suo meglio: ‘XI’ rappresenta una splendida rinascita per Elegy Of Madness , grazie a un suono ridefinito, un songwriting più conciso e l’incantevole voce soprano della nuova frontwoman Kyrah Aylin .
“ 11:11 ” è una introduzione fatta di strumenti e suoni d’atmosfera con una sirena sinistra che preannuncia qualcosa di forte e potente in arrivo e solo alla fine ecco arrivare la musica. Ecco arrivare ” Broken Soul ” che è accompagnata da un videoclip dal forte valore estetico e narrativo. Il gruppo regala così un brano molto narrativo, aiutato dalle bellissime immagini di un militare in fin di vita, donne che tessono un filare e il gruppo che suonano in una grotta per un brano molto ritmato che contiene tantissimi elementi del gruppo che si dimostra capace di destreggiarsi con tanti elementi. La successiva ” Hybrid Love ” il cui videoclip mette in mostra tutta la sensualità magnetica di Kyrah Aylin. Vediamo la cantante in un dualismo d’immagini con una versione vestita di bianco con capelli d’argento e un’altra con vestito attillato nero e capelli scuri il tutto con perenne sfondo bianco e nessun’altro effeto speciale o contesto scenico se non in pochi frangenti. Sicuramente le immagini sono suggestivi di forte impatto e Kyrah ha una voce straordinaria per come è stata realizzata la canzone totalmente nelle sue corde. La canzone prova a creare qualcosa che rimanga impresso in testo con un buon giro strumentale di fondo ma non ci riesce del tutto.
Arriva ” Revelation ” e la componente lirica della cantante risulta imponente e importante per la canzone. Il suo stile primeggia e ne detta ritmo e stile con gli strumenti che gli creano un sottofondo che rimane sempre tale e non ne modifica la resa. Una canzone che mette in mostra le doti canore di Kyrah in tutto il suo magnifico splendore Il prossimo brano ” Insanity ” è sicuramente molto classico con un rock puro e meno votato al power metal. Si crea da subito un ottimo sound che non spinge ad esagerazioni puntando su sonorità morbide e riconoscibili con un ottimo mix tra tutte le sue componenti. Questo rende la canzone piacevole all’ascolto ma forse dimenticabile e non così incisiva. La successiva ” Goddes ” possiede una parte sonora decisamente incalzante che entra subito in testa in maniera riconoscibile. Peccato non continui in questo modo perché è caratterizzata da molti cambi di stile legati soprattutto ad un canto non così orecchiabile e pieno di cambi virati, aggiunto e sovrapposizioni che non suona benissimo nel loro insieme. La seguente “ Moon ” sembra più leggera nel suo procedere grazie ad un canto rilassato e una musica d’atmosfera. Molto armonica ci accompagna in un mondo fatato fatto di suggestioni emotive che accenna ad una leggera velocità nella sua parte finale con un canto lirico pur mantenendo uno stile etereo e magnifico.
In ” Portrait of a Ghost ” crea da subito qualcosa di ipnotico e magnetico a livello sonoro. L’intento è quello di circondare il suono con qualcosa di lugubre e il modo suadente di cantare di Kyrah ne è la prova. In aggiunta è da notare momenti di calma e un racconto lungo e sentito che si snoda nelle lunghe strofe. Abbiamo di fronte più che una canzone, visto che in effetti ha poco di armonico o incalzante, una vera esperienza immersiva dentro atmosfere paurose che il gruppo riesce perfettamente a creare. Siamo quasi alla fine ma c’è ancora tempo per ” A.I. Slavery ” che è un semplice ponte per le ultime due canzoni infatti dura solo un minuto ed è costituito da un insieme di rumori metallici senza parte cantata. Arriva ora ” Crawling ” che suona veloce e sostenuta nella sua componente musicale con riff di chitarra ritmici mentre la parte cantata di Kyrah ne detta il ritmo. Infatti la cantante mette in mostra stili diversi tra momenti lirici, altri più cantati o più di dialogo. E’ lei a modulare la canzone dettando la velocità in molti punti e alla fine ne viene fuori un brano variegato sebbene forse che difficilmente rimane impresso nella mente. L’ultimo brano che propone il gruppo è ” Legion “. Si inizia subito con atmosfere lugubri e un riff di chitarra impressionante. Arriva la parte cantata, il ritmo si abbassa leggermente ma solo il momento di una strofa perché subito dopo ecco arrivare canti groove mentre Kyrah si fa più lirica. L’album si conclude con un brano potentissimo, un classico e riuscito esempio di power metal preciso nell’esecuzione e coinvolgente nel ritmo.
Tracklist:
11:11 1:27
Broken Soul 4:33
Hybrid Love 4:15
Revelation 4:19
Insanity 3:48
Goddess 5:21
Moon 3:17
Portrait of a ghost 5:16
A.I. Slavery 1:21
Crawling 3:16
Legion 5:40
ELEGY OF MADNESS:
Kyrah Aylin – vocals
Tony Tomasicchio – guitar
Marco Monno – guitar
Larry Ozen – bass
Francesco Caputo – drums
Andrea Arcuri