Quando Eleonora (Antonia Liskova) viene scaricata all’altare, la sua luna di miele si trasforma in un viaggio della speranza. Dovrà viaggiare da Nord a Sud per esaudire l’ultima richiesta di suo padre: seppellire in un terreno al confine con la Slovenia una curiosa reliquia. Al suo fianco ci saranno le sue inseparabili amiche Vanessa (Chiara Francini), Linda (Laura Chiatti) e Akiko (Jun Ichikawa). Il loro sarà un indimenticabile viaggio on the road che le porterà a scoprire nuovi lati delle rispettive personalità.
Se nel primo film le protagoniste avevano tentato di nascondere un cadavere con rimandi più o meno espliciti alla comicità americana della saga “Una Notte da Leoni”, qui le aspirazioni e il fine del viaggio è decisamente diverso. Certo per arrivarci ci sono punte di comicità tipica Italiana come ad esempio quando alcune di loro estraggono letteralmente i denti ad un senzatetto. Quando però la loro macchina viene rubata da un diciassettenne, la storia subisce una svolta decisiva che ci porterà a vedere un film (quasi) totalmente diverso.
Ecco iniziare un continuo riferimento verso una delle fiabe più amate di sempre cioè “Peter Pan” che alcuni ragazzi orfani che si incontrano con le nostre protagoniste, stanno cercando di portare in scena. Da questo momento iniziano discorsi importanti e di forte impegno sociale quali la delinquenza minorile, maternità, immigrazione, transessualità e tanto altro.
La forza di questo film non risiede nella sua ricercata comicità perché possiamo dire che in effetti non fa tanto ridere e alcune battute e situazioni risultano stantie, troppo ricercate e poco spontanee. In questo la pellicola riporta la brutta abitudine del nostro cinema risultando un po’ troppo fermi e bloccati su un certo modo di ricercare la risata proponendo situazioni abusate e battute già viste. “ Addio al Nubilato 2 ” punta e vince sulla capacità di stimolare le riflessioni dello spettatore su alcuni temi che mette in scena nella seconda parte.
Peccato solo che questa parte decisamente più interessante e stimolante arriva dopo parecchi muniti sprecati a riproporre un viaggio on the road con intenzioni più di ilarità che di vera ricerca di se stessi. A questo punto il film rischia di annoiare il pubblico che arriva a conoscere i “bambini sperduti” con atteggiamento demotivato e leggermente stanco.
Solo se si avrà voglia e pazienza di avvicinarsi al film con cuore aperto si troverà un’opera che sa davvero intrattenere per la sua capacità di fa riflettere lo spettatore. In questo il regista Francesco Apolloni riesce ancora una volta a dimostrare la capacità nel trattare la complessità di certi temi, speriamo solo in futuro abbia voglia di staccarsi da altri meccanismi che rischiano di tirare a fondo il suo film.
Andrea Arcuri