Richard Romagnoli condivide la sua personalissima storia di allontanamento e ritorno in India in un nuovo libro, in uscita il 18 ottobre per ROI Edizioni, Era scritto nelle foglie del destino: un affascinante viaggio fisico e spirituale che l’autore ripercorre insieme ai lettori, attraverso un caleidoscopio di emozioni e insegnamenti.
Al centro del racconto ci sono le vicende dell’ingiustificato esilio da quella che da sempre Romagnoli considera la propria patria spirituale, la storia di una lotta interiore, di accettazione e amore incondizionato per sé stessi e per gli altri, ma soprattutto il percorso che gli ha permesso di trasformare questo evento traumatico in un’occasione per mettersi al servizio delle persone.
Appoggiandosi ai propri cari e traendo forza dagli insegnamenti spirituali ricevuti negli anni passati in India, Richard Romagnoli sceglie di reagire agli eventi e di condividere la sua esperienza di vita con artisti, imprenditori e migliaia di altre persone in tutto il mondo.
“Rimanemmo attoniti. Non ci diedero spiegazioni. Alzarono un muro invalicabile. Tentammo in tutti i modi di comprendere che cosa stesse accadendo ma fu inutile. Ci intimarono di salire sul primo aereo e di lasciare il suolo indiano”.
Dopo ben undici anni da quel rifiuto ricevuto all’aeroporto di Bangalore, un’occasione improvvisa permette all’autore di tentare di rinnovare il suo visto d’ingresso in India, questa volta finalmente approvato. Un incontro che alcuni definirebbero casuale, ma che Richard Romagnoli attribuisce a un disegno più alto: l’inizio di una concatenazione di eventi che lo porterà, insieme alla sua famiglia e a un gruppo di affetti e collaboratori conosciuti negli anni in Italia, a rimettere finalmente piede nell’antica culla spirituale abbandonata tanti anni prima.
La vicenda dell’esilio, e poi del ritorno a casa, si alterna a riflessioni di carattere molto personale sugli insegnamenti ricevuti in India e in Italia, a partire da quelli impartiti dal maestro Sri Sathya Sai Baba, famoso in tutto il mondo come predicatore e guida spirituale. È un viaggio su due piani: quello geografico, che osserviamo attraverso la descrizione dei luoghi e dei costumi di una città lontana, Puttaparthi, e quello interiore che viviamo con l’autore attraverso il racconto nella sua dimensione più intima. Entrambi sono un’occasione per condividere lezioni utili a conoscere noi stessi, stabilire dei rapporti profondi con i nostri cari e affrontare la vita con serenità e determinazione.
“È come se la mia storia, questa storia, non appartenesse soltanto a me e alla mia famiglia. È una storia che riguarda la fede e la fiducia, che appartiene a tante persone, a tutti noi.”
