Siamo di fronte ad un adattamento dell’omonimo cortometraggio pluripremiato del regista Lee Chung-hyun, uscito nel 2015. Alcuni uomini vengono attirati in un hotel isolato con la scusa di un incontro sessuale per poi essere coinvolti in un traffico di organi che vengono venduti all’asta al miglior offerente. Dopo un terremoto catastrofico, le vittime, i trafficanti e gli acquirenti rimangono intrappolati nell’edificio in rovina. Tagliati fuori dal mondo esterno, devono lottare per sopravvivere ad ogni costo.
Partiamo subito con precisare che la serie è costruita con lo stile dello “one-shot”. In pratica è la volontà da parte del regista di seguire i suoi protagonisti attraverso una sola ripresa continua senza staccare mai la telecamera con tagli di montaggio. Certamente è un grosso rischio perché oltre a non essere facile a livello tecnico si può incappare in uno stile di regia troppo movimentato che a lungo andare può infastidire lo spettatore.
Per fortuna oltre all’aspetto tecnico che ha un suo fascino e interesse, la serie punta su moltissimi scenari action e inquietanti come il traffico di organi umani, quello che succede nei bordelli e il dramma legato ad un terremoto. La serie gestisce molto bene tutti i suoi aspetti e riesce anche a regalare al pubblico personaggi certamente stereotipati ma che lasciano un forte impatto sul pubblico nonostante il ritmo sia sempre incalzante e c’è poco tempo per sentimentalismi e spiegoni didascalici.
Tutto questo rende la serie assolutamente da non perdere perché la componente psicologica riguardo i personaggi è differente rispetto al solito visto che viviamo quello che sentono in prima persona e vediamo le loro azioni quando accadono. Oltre a questo c’è tutta la parte legata all’azione e grazie allo stile one-shot viviamo sequenze davvero fantastiche e viscerali sotto molti punti di vista.
Andrea Arcuri