Perché il mondo ha improvvisamente trattato i peluche come fossero oro? Ty Warner era un venditore di giocattoli frustrato fino a quando non ha avviato una collaborazione con tre donne e insieme hanno trasformato la sua geniale idea nei giocattoli più in voga della storia. “The Beanie Bubble” è una storia di fantasia ispirata a fatti realmente accaduti, su chi e cosa apprezziamo, e sugli eroi non celebrati i cui nomi non compaiono sulla famosa etichetta a forma di cuore.
Il film è il tipico percorso di ascesa e caduta di un impero e in particolare sui suoi protagonisti riuscendo a trasmettere al meglio le loro tante sfaccettature. Stiamo parlando del tipico sogno americano preso e presentato al pubblico non nella sua forma più seria e classica, bensì pieno di esagerazioni umoristiche e divertenti cercando così di fare tanta ironia. Il problema sta tutto nella sua struttura narrativa che vorrebbe essere originale e accattivante ma invece risulta alla fine troppo classica in alcune sue esagerazioni .
Vediamo quindi una serie di interminabili dialoghi che hanno l’obiettivo di spiegare tutto della storia espediente che certo diverte e intrattiene ma allo stesso tempo dimostra mancanza di forza narrativa. Le grafiche sono spesso accattivanti ma, tolta questa componente exploit, il film risulta didascalico e ci presenta solo una lunga serie di eventi. La componente musicale è certo piena di brani orecchiabili ma già troppe volte sentiti ed infine i troppi flashback hanno solo lo scopo di aggiungere spiegazioni alle tante di lì a poco sentite. Il cast infine ci prova davvero a farci sentire differenti punti di vista ma se la loro profondità e scrittura risulta buona, alcune esagerazioni recitative sopra le righe ne va a distogliere e a volte irritare il pubblico con la conseguenza che non riusciamo davvero a tenere a loro.
Andrea Arcuri