Dai produttori del fenomeno globale Bird Box arriva il progetto BIRD BOX BARCELLONA, un’espansione dell’universo che ha ipnotizzato il pubblico nel 2018. Quando una forza misteriosa decima la popolazione mondiale, Sebastian deve intraprendere un percorso di sopravvivenza per le strade deserte di Barcellona. Mentre crea alleanze difficili con gli altri sopravvissuti e si dirige verso un rifugio, emerge una minaccia ben più sinistra delle creature mai viste.
Rispetto al film con Sandra Bullock, questa volta si espande il franchise con un maggior numero di scene d’azione e personaggi messi in campo. Lungo il suo percorso, il film presenta anche un paio di ottimi colpi di scena che riescono addirittura a superare il film precedente che invece puntava maggiormente su creare atmosfere piene di pathos e in stile thriller.
Certamente questo è il tipico aspetto che ogni secondo capitolo e spin-off si ritrova a percorrere e presentare al pubblico per portare avanti la storia con il tipico stile “di più, più grande, più spettacolo”. Certamente tutto questo è ottimo per l’intrattenimento a termine ma così facendo il film diventa molto più usa-e-getta.
Ci ritroviamo infine a vedere un film che riempie un paio d’ore in maniera ottima perché non smette mai di correre e di aggiungere piccoli e grandi indizi per aumentare l’universo fantasy che viene raccontato. Il problema è che dopo la fine non rimane davvero nulla in testa e se mai avremo un altro capitolo, ci limiteremo a vederlo senza davvero sentirci appassionati da questa storia.
Inoltre la sua componente horror viene assottigliata da semplici momenti fugaci e rimane solo il terrore nel vedere i personaggi che ipnotizzati vanno a togliersi la vita da soli nei modi più strani e inquietanti. Davvero troppo poco per una storia che proprio per la sua componente thriller aveva convinto e conquistato, questo cambio di stile non porta giovamento e non convince del tutto.
Andrea Arcuri