La storia rappresenta uno di quegli esempi dove l’inquietudine è in progress, aumentando a poco a poco fino a diventare importante come una valanga.
A monte della trama è successo qualcosa che si viene a scoprire con il contagocce, portando chi legge ad elaborare congetture su congetture per capire realmente quale sia l’antefatto. A condire il tutto con altri dettagli forieri di affanno e preoccupazione è l’ambiente di una provincia legata a preconcetti e pregiudizi. Il dove e il quando sembrano avere poco peso all’interno dell’impianto.
Le due sorelle protagoniste hanno costruito questo loro microcosmo all’interno del mondo. Involontariamente o meno, hanno creato un sistema che vorrebbe essere autarchico nei confronti del consesso in cui sono state inserite, consesso che però le tiene in disparte, le bullizza per qualcosa che…
Esiste un peso che incombe sulle due ragazze che vivono con un vecchio zio in questa casa che ha visto precedenti splendori.
Qualcosa incombe. Sulle ragazze, sullo zio, sulla casa. E questa atmosfera indefinita porta, pagina dopo pagina, a trovare un cantuccio dove potersi riparare per evitare qualsivoglia colpo basso metaforico che può riservare il plot.
Tutto questo clima rarefatto disorienta in modo positivo nel corso della lettura. La nebbia che diventa sempre più spessa sugli eventi narrati ha come conseguenza la creazione di una serie di dubbi. Cosa c’è di vero, cosa c’è di #leggendario nella vicenda delle sorelle Blackwood? Anche questo stesso cognome potrebbe essere messaggero di funesti presagi.
Potrebbe…
Storia vissuta, o mito creato dall’immaginario collettivo? Una filastrocca ricorrente come un refrain avvalorerebbe una delle due tesi, mentre altri avvenimenti sembrano dare valore all’altra.
Sul web qualcuno fa notare che un grande scrittore come Stephen King dedicò un suo libro a questa autrice, affermando che nella sua produzione Jackson non ha mai avuto bisogno di alzare la voce per dipanare le sue masse narrative. Come dire, basta suggerire invece di dire o gridare tutto precisando TUTTI i particolari.
E se lo dice King…
Enrico Redaelli per GlobalStorytelling