Frank e Bigna sono due trentenni dalle vite molto diverse, ma devono fare i conti con un’attrazione tanto inaspettata quanto travolgente, che li spingerà a prendersi, lasciarsi e ritrovarsi più volte nel corso degli anni. Salutato a Cannes come film scandalo, 99 LUNE è stato una delle vere sorprese del festival, e non solo per i suoi aspetti più trasgressivi: dietro l’apparenza di un racconto erotico a tratti estremo, si nasconde infatti un’intensa storia d’amore tra due anime solitarie, alla continua ricerca della libertà ma anche di un posto nel mondo.
Non si può assolutamente dire che l’ultimo lungometraggio di Jan Gassmann non sia pieno di scene di sesso e anche belle spinte che in alcuni casi potrebbe anche disturbare. Tali scene servono per mettere in discussione entrambi i modi di vivere e le convinzioni dei due protagonisti. Bigna organizza fino ai minimi dettagli i suoi incontri occasionali che si svolgono come dei giochi di ruolo fra sconosciuti. All’inizio lei stessa sembra portare avanti questi incontri senza molto trasporto ma poi scopre che gli piacciono e in particolare gli piace la compagnia di Frank. l’uomo invece sembra vivere la sua libertà senza problemi ma anche lui si ritroverà a rimettere in discussione le proprie scelte.
Entrambi attraverso le tante volte in cui s’incontreranno in maniera fugace, violenta o simulando una coppia fissa arriveranno a prendere coscienza in maniera dolorosa e destabilizzante a rivedere un sistema di valori quali il voler essere una coppia stabile, eterosessuale e monogama. Il regista non lesina in inquadrature frontali e spinte, non rinuncia a mettere a nudo i corpi e le emozioni e il pubblico poco abituato potrebbe non gradire tali scelte ma sarebbe andare a censurare una storia che deve essere raccontata in questo modo senza nessun tipo di censura.
Tale percorso avviene lungo vari capitoli della vita dei due amanti che si susseguono durante più di otto anni durante i quali ogni volta che si incontrano di nuovo, tutto viene messo in discussione perché l’attrazione tra loro non conosce ostacoli, neanche il matrimonio di lei diventando vera e propria ossessione. In fin dei conti la loro libertà sessuale e indecisione è specchio della nostra società che è molto differente da quella di alcuni anni fa dove tutto era più lineare e deciso secondo canoni prestabiliti. Gli amanti attraversano questo processo di maturazione esplorando e seguendo la propria corrente che si trova sempre in bilico e instabile ma ad un certo punto arriva un avvenimento che cambia gli equilibri, o almeno sembrerebbe e qui forse c’è da prendere una decisione forzata o costretta.
A livello tecnico ed estetico il film segue quel tipico stile autoriale di tante pellicole senza tanti virtuosismi ma caratterizzato da lungaggini introspettive a volte evitabili e immagini che si muovo volutamente in maniera sconnessa, emotiva e poco precisa per rendere al meglio lo stato d’animo dei protagonisti. Le interpretazioni di Valentina Di Pace e Dominik Fellmann, entrambi alla loro prima esperienza come attori sono il vero fulcro della vicenda e motore di ogni emozione che la storia vuole trasmettere.
Andrea Arcuri