Durante un’immersione nell’oceano, la giovane Abby fa amicizia con un magnifico pesce azzurro selvatico a cui dà il nome di Blueback. Quando la tranquilla barriera corallina della sua città costiera inizia ad attrarre operatori di pesca commerciale, Abby capisce che Blueback e tutta la fauna marina sono in pericolo. Insieme alla mamma attivista fa di tutto per proteggere la sua baia e il suo amato amico, vivendo una grande avventura.
Il film non prende in giro il pubblico, si presenta e continua la sua strada con una storia classica per le famiglie portando avanti il suo discorso ambientalista sull’importanza di proteggere la barriera corallina e in generale l’ambiente marino. I personaggi parlano con frasi dolci e comprensive, i buoni sono fermi nelle loro idee e sempre nel giusto mentre i cattivi senza scrupoli e rappresentati in maniera negativa ma senza dar loro troppa importanza. Le immagini scorrono senza tanti virtuosismi e la regia fa il minimo per seguire i protagonisti che sono sempre impeccabili e brillano con colori saturi. Le scene subacquee, decisamente troppo poche, sembrano essere prese da un documentario e ogni aspetto negativo viene limitato o succede fuori campo.
E’ un film che racconta anche di memoria e nostalgia e di come coloro che ci crescono, a volte ci trasmettono i loro valori più nobili anche se all’inizio non riusciamo ad apprezzarlo appieno. Tutto questo ci mancherà e l’unico modo per onorarli è portare avanti il loro lascito.
Tutto questo certo può sembrare stucchevole e il film non fa niente per nasconderlo e forse è proprio questa la sua forza e alla fine convince e rincuora sui temi che tratta riuscendo anche a commuovere.
Quello che dispiace, al di là dell’accettare il genere di film che stiamo guardando, è il fatto che non sfrutta del tutto il suo cast. Mia Wasikowska rimane in campo troppo poco tempo perché a causa di continui passaggi tra passato e presente il suo personaggio è interpretato da altre attrici in gioventù. Eric Bana ha pochissime battute e poco tempo, non è uno dei protagonisti ma vista la sua importanza si poteva concentrare di più sul suo sviluppo. Meglio Radha Mitchell che nel ruolo della madre di Abby risulta a volte dura nei suoi insegnamenti ma per questo costruisce un personaggio molto più variegato e profondo.
Andrea Arcuri