“I Love America” – Recensione. Disponibile su Prime Video dal 29 aprile 2022

29 Apr, 2022

“I Love America” – Recensione. Disponibile su Prime Video dal 29 aprile 2022

Lisa (Sophie Marceau) è una donna single che decide di dare un’altra chance all’amore trasferendo la sua vita da Parigi a Los Angeles. I suoi figli hanno ormai da tempo lasciato il nido e sua madre è da poco venuta. Da una serie di appuntamenti imbarazzanti all’incontro a sorpresa con John (Colin Woodell), Lisa capirà così che il viaggio verso l’amore è prima di tutto quello che deve fare verso se stessa nonché quello verso il perdono nei confronti del suo primo amore: sua madre.
Il film si presenta come una commedia romantica che cerca di portare avanti anche un discorso sulla crescita della sua protagonista il tutto basato sulle esperienze della sua regista, Lisa Azuelos. Si cavalca l’onda della rom-com prevedibile piena di cliché che servono per conquistare il pubblico a cui piacciono certi meccanismi narrativi ed estetici che si ripetono il giusto per una serata piacevole senza pretese.

Pian piano però viene fuori tutta la parte autobiografica della regista che ha voluto creare questa storia come una messa in opera della sua vita. Inevitabilmente questo porta la storia su strade troppo didascaliche e rende il contesto troppo circoscritto per un certo tipo di personaggi. Lisa viaggia continuamente, i soldi non gli mancano e c’è sempre, anche nei vari flashback, quel senso di borghesia medio-alta che riempe lo schermo con lucentezza e belle immagini ma allontana chi si aspetta una storia più universale.
 
Ecco che pian piano la sua parte da commedia per quanto piacevole va a sgretolarsi e così la voice-over all’inizio piacevole diventa opprimente, la grafica giovanile di pop-up e un sogno erotico da videoclip diventa un mezzo furbetto per attirare i giovani e alcuni passaggi emotivamente indirizzati bene con luci soffuse e slanci emotivi comandati si scoprono troppo comandati. 

Ma è la talentuosa Sophie Marceau l’unico lato positivo di questo film perché è il suo motore emotivo e travolgente e si dimostra capace di incarnare qualsiasi tipo di archetipo, anche quelli così frivoli. Peccato poi che gli viene dato un personaggio che si lamenta troppo di Parigi e sembra che per essere veramente felici basta un viaggio definitivo e ogni preoccupazione svanirà per sempre.

Andrea Arcuri