“Giulia” – Recensione in Anteprima. Al Cinema dal 17 Febbraio 2022

5 Feb, 2022

“Giulia” – Recensione in Anteprima. Al Cinema dal 17 Febbraio 2022

Giulia è costantemente divisa tra il bisogno di sentirsi a casa, amata e una selvaggia e sacrosanta voglia di libertà. Quando si ritrova letteralmente in mezzo a una strada inizia, in maniera tutta sua, a cercare un rifugio e un posto nel mondo. Tra un illusorio desiderio di maternità e qualche espediente per sbarcare il lunario passa i giorni più caldi di una torrida estate romana con dei personaggi dall’esistenza vuota, inafferrabili, puri e meravigliosi, come lei. In una sospensione fatta di niente (e di tutto) Giulia comprende che sta a lei decidere come vivere, o non vivere, la vita.

Abbiamo posto questa domanda alla protagonista Rosa Palasciano:

Nell’interpretazione (e anche scrittura visto che hai co-sceneggiato il film) ho piacevolmente notato che non sei mai andata sopra le righe, non hai trasformato il personaggio di Giulia in una macchietta piena di tic o esagerazioni. Ti faccio i miei complimenti perché era molto facile superare questo limite e ti chiedo in che modo ti sei approcciata nell’interpretare questo personaggio pieno di fragilità e con evidenti problemi nel relazionarsi con gli altri. Nello specifico vorrei sapere se hai fatto ricerche, parlato con qualcuno o sei andata più d’istinto.

La mia costruzione del personaggio nasce dall’osservazione costante della realtà e delle persone; come interprete mi piace molto andare in giro, osservare le persone e prendere appunti per avere un mio background. Mi piace tanto lavorare sui sentimenti, sui bisogni e stati d’animo dei personaggi e quindi quello che viene fuori dall’interno ha una forma più naturale e non c’è bisogno di mettere tic o comunque se vengono fuori sono organici. La visione di film che mi piacciono soprattutto del passato della Nouvelle Vague, di Cassavetes ma è anche di film contemporanei dove c’è questa naturalezza e questo aiuta a capire in che direzione si vuole andare ispirandosi a grandi attori e attrici che ci danno l’esempio. Mi ha aiutato anche il fatto di scrivere questa storia perchè c’è una riflessione profonda del personaggio che avevo da molto tempo insieme a Ciro De Caro. Tutto questo ha portato me e il regista a quello che è “Giulia” cioè una commedia drammatica che ha questa leggerezza nel viaggio di questa giovane protagonista che cerca la profondità, il suo posto nel mondo e ha un grande disagio ma tutto quello che viene fuori risulta spontaneo e fa anche ridere perché tutti possiamo riconoscerci in certe debolezze. Lei è un personaggio estremo ma racconta qualcosa che rappresenta un pò tutti noi quando siamo a disagio soprattutto in questa società che va veloce e se non riesci a stare al passo con i tempi diventi un pò stonato e buffo”.   

Ciro De Caro torna alla regia per la terza volta dopo il successo di “Spaghetti Story”. Il film, uno dei pochi in questo periodo sceglie di mostrare in parte la pandemia ancora in atto. Lo fà sempre in maniera velata e solo come contorno e tali restrizioni (test, chiusure obbligate e mascherine) servono per amplificare il senso di estraniamento e solitudine di Giulia. 
Il film è pieno di azioni interrotte o meglio azioni che spesso vengono lasciate in sospeso perché i suoi protagonisti tra cui la stessa Giulia ma anche gli altri che la circondano, sono spesso personaggi allo sbando che non si decidono bene cosa vogliono fare della loro vita. La stessa regia è frammentata, spesso salta dei piccoli frame e mette i suoi protagonisti non perfettamente a fuoco in maniera voluta per accentuare tale situazione. Al centro di tutto c’è Giulia, che si ritrova senza una casa è che ha ancora l’ossessione per una maternità mancata. La ragazza è spesso fuori posto, dice cose senza senso cambiando d’umore e non è un caso che canta in maniera stonata perché solo cantando o ballando si sente davvero libera. I suoi comportamenti sono spesso ai limiti dell’assurdo e si ritrova incapace di entrare in una connessione vera e duratura con gli altri tanto che ritiene Sergio (Valerio Di Benedetto), nuovo arrivato al centro anziani, un’invasore del suo lavoro. La situazione è in continuo mutamento e mai stabile per nessuno perché le “stranezze” di Giulia sono solo quelle più evidenti che saltano all’occhio perché anche i personaggi che la circondano non sono cosi puri e davvero e innocenti. 
E’ evidente come al regista Ciro De Caro interessa offrire un ritratto di una donna lunatica e sfuggente. Bisogna però notare che a volte sembra girare un po’ a vuoto e che alla fine, tranne una serie di aneddoti uno dietro l’altro, ci interessa poco dei destini di Giulia e dei suoi amici. Sembra mancare una velocità di rappresentazione, una maggior sostanza e dei veri momenti cardine a livello emotivo e d’intenti. Si esagera un pò troppo con le sue pause e nelle sue digressioni con un piccolo senso di ridondanza di fondo. Tutto viene portato troppo alla lunga nei tempi che potevano essere riempiti meglio magari con una maggior incisione nella maternità mancata di Giulia che viene solo accennata. 
Quello su cui il film e soprattutto la scrittura e interpretazione di Giulia di Rosa Palasciano vince e convince è il modo in cui mette in scena un personaggio del genere. Poteva puntare sull’esagerazione o un vero e forte distacco della realtà rendendolo strabordante di singolarità estrose invece no, l’attrice ci presenta Giulia come delicata e leggera nella sua particolarità piena di disfunzioni che possono essere realisticamente presenti in ognuno di noi. Il film valorizza questa messa in opera e ci regala un ritratto senza pregiudizi e preconcetti che il film lascia da parte evitando di giudicare questo bellissimo personaggio. 
Andrea Arcuri