Amici? Pochi ma buoni

28 Gen, 2022

La pandemia ha messo in crisi la nostra vita di relazione. Costretti nelle nostre case è difficile e complicato coltivare un rapporto e alimentare un’amicizia, soprattutto se appena nata.

L’emergenza sanitaria ha accentuato la frequentazione del mondo artificiale dei social network, privando ognuno di noi di tutti quegli elementi che rendono la vita soddisfacente e un’amicizia importante: il contatto, la condivisione e la presenza. Nella speranza che al più presto si possa riprendere a vivere i nostri legami nel modo più umano possibile, forse è giunto il momento di porsi una domanda: siamo soddisfatti delle nostre amicizie?

Non si tratta di avere centinaia di amici modello Facebook, ma di imparare a selezionare i soggetti e capire quali tipologie di persone possano realmente partecipare e contribuire al nostro percorso di crescita e maturazione.

Il ricercatore americano Tom Rath (consulente Gallup, Inc.) ha condotto uno studio sull’argomento e lo ha riportato nel libro Vital Friends: The People You Can’t Afford to Live Without. Secondo Rath per vivere serenamente è necessario avere otto tipologie di amici in grado di soddisfare le principali necessità pratiche e affettive dell’essere umano. È assai improbabile che un’unica persona possieda tutte le caratteristiche, ma non è raro che alcuni amici possano interpretare più ruoli. Vediamo insieme le tipologie citate dalla ricerca.

Il leale: colui che non giudica, sostiene nel modo giusto e non abbandona, nel bene e nel male. Qualunque cosa succeda lui è al tuo fianco pronto a sostenerti nel modo giusto, perché conosce tutto di te, pregi e difetti.

L’avventuriero: è quello che ti porta dove non hai il coraggio di andare, ti aiuta ad oltrepassare la paura, ti incoraggia, ti insegna a prendere dei rischi utili e a credere in te stesso.

L’onesto: chi ti dice le cose come stanno, non nasconde la verità per paura di ferire i sentimenti. La franchezza è il suo maggior pregio e un’occasione per migliorare.

Il mentore: è il saggio della compagnia, condivide le sue conoscenze ed è capace di insegnare, ispirare e motivare ad andare sempre avanti superando nuove sfide.

Lo “strano”: cultura, pensieri, formazione, stili di vita e credenze diversi. È necessario frequentare una persona così, perché aprire la propria mente, abbattere i pregiudizi e capire quanto non essere uguali a tutti gli altri sia una grande forza è fondamentale.

Il costruttivo: un vero e proprio mental coach, un motivatore che nei momenti bui sa infondere fiducia e speranza.

Il complice: è quello a cui si strizza l’occhio e tutto è chiaro. Qualcuno con cui puoi parlare di tutto ciò che ti piace, divertirsi a praticare i tuoi hobby preferiti e passare ore a parlare dello stesso argomento.

L’amico del lavoro: il fedele compagno delle ore in ufficio, un alleato con cui trascorrere le otto ore e condividere gran parte della stressante settimana. Un’amicizia che può proseguire anche fuori dal contesto aziendale.

 

Davide Debernardi per Global Story Telling