Atti di sottomissione: l’amore tossico di una giovane irlandese
Sottomissione e disperazione, due termini che possono considerarsi uno la conseguenza dell’altro, ma che in questo caso assumono connotazioni differenti. Siamo nel settore della letteratura moderna e nello specifico, ci riferiamo all’esordio letterario di Megan Nolan: Atti di sottomissione (titolo originario Acts of desperation).
Salutato dalla critica inglese come il caso letterario del 2021, Atti di sottomissione è in libreria dal 30 settembre e recentemente ha accompagnato l’autrice in un tour promozionale in tutta la nostra penisola. Venduto in oltre dieci Paesi, in Italia è edito da NNEditore e rappresenta il debutto di una nuova collana: le Fuggitive. La serie propone storie di donne in fuga, alla ricerca di libertà e di una rifondazione della propria esistenza. Le fuggitive non si sentono mai aderenti ai canoni del femminile e, in una costante peregrinazione senza meta, accettano il rischio di abitare lo spazio senza tempo del desiderio e dell’amore.
In italiano il termine disperazione entra nel campo semantico della depressione e il libro di Megan Nolan non è il racconto di una donna depressa. Ecco quindi, il cambio di titolo e l’uso della parola sottomissione rimanda a qualcosa di più complesso come la dipendenza da un amore e da un uomo. Ricorda l’annientamento della propria identità per qualcosa che si sta cercando e che riguarda certamente la disperazione, ma che alla base rimane una forma di schiavitù, seppur volontaria e consensuale.
Megan Nolan racconta una storia di anti-amore, interrogandosi su cosa significa vivere in funzione del desiderio altrui, della volontà di essere amate a tutti i costi, rinunciando a ogni filtro che non sia lo sguardo dell’altro. Attraverso un serrato monologo interiore, sincero come il cristallo, Atti di sottomissione parla della seduzione del nulla, che può piegare il senso stesso dell’amore rovesciando certezze, moralismi, rivendicazioni e cliché, in un’estenuante battaglia interiore per la conquista delle proprie emozioni.
In trecento pagine di diario si dipana la vita sentimentale di una ventenne irlandese, i cui problemi di alcolismo, di autodistruzione, di autostima fanno da sfondo all’incontro con il bello e risoluto Ciaran oggetto del desiderio della giovane. Attrazione, fragilità e paure diventano il significato stesso del vivere e nasce una relazione che per la protagonista è un alternarsi di estasi e sofferenza, di gelosia sfrenata unita ad un piacere così intenso e bruciante da creare assuefazione.
“L’amore e la coppia sono una protezione contro i mali del mondo. Una relazione tossica, una storia con dei problemi dove le cose non funzionano è comunque un modo di vivere e sentirti al sicuro, anche se non il migliore possibile” ha commentato Megan Nolan. E ancora: “Per la protagonista tenere un diario è anche la possibilità di analizzare e cambiare la propria vita, la scrittura la aiuta a convivere con il dolore, ha una forza guaritrice”.
Guarire dalla tossicità della relazione e dalla visione distorta di cos’è l’amore, dove la protagonista passa da vittima a carnefice, incapace di non essere accettata e ricambiata: “Amo la ragazza che ha fatto queste cose. La amo perché mi dispiace per lei, e la capisco”.
Davide Debernardi per Globalstorytelling
Foto : Davide Debernardi
La bionda Megan Nolan alla presentazione presso l’Apres Coup di Milano