“E Noi Come Stronzi Rimanemmo a Guardare” – Recensione in Anteprima. Su Sky e NOW dal 29 Novembre 2021
Arturo è un manager rampante che, senza sospettarlo, introduce l’algoritmo che lo renderà superfluo nella sua azienda. Perde così in un solo colpo fidanzata, posto di lavoro e amici. Per non rimanere anche senza un tetto si adatterà a lavorare come rider per FUUBER, una grande multinazionale, colosso della tecnologia. Arturo si troverà così costretto a darsi da fare per ritrovare l’amore e la libertà, ammesso che esistano davvero…
Siamo alla terza prova da regista per Pierfrancesco Dilibero (Pif) che dopo il riuscito “La mafia uccide solo d’estate” e il deludente “In guerra per amore”, ci riprova con una storia liberamente ispirata al concept Candido e la tecnologia del collettivo I Diavoli. Siamo nel campo della commedia fantasy un pò astratta che punta a fare analisi sullo schiavismo della tecnologia, la ricerca di se stessi, il disagio e la paura del futuro e la mania di essere controllati. Fabio De Luigi è il volto perfetto per questo viaggio e la sua tipica comicità fatta anche di momenti amari e disillusi sono l’ennesima conferma che quando attore e ruolo si incastrano perfettamente, parti già con un’ottima base di partenza.
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Quella che manca nel film è una maggior cura dei personaggi secondari che rimangono abbozzati e non troppo riusciti. Inoltre rimane forse troppo ancorato a quel classico modo di voler far ridere sempre in maniera leggera con poche punte di cinismo e cattiveria. Per distinguersi davvero forse c’era bisogno di una maggior spinta in questa direzione cosi da avere maggior presa sul pubblico.
Il film risulta alla fine piacevole da guardare e coraggioso nel voler affrontare alcuni aspetti in modo brillante con trovate spesso originali ma a volte imperfetto nella sua messa in scena perché troppo generico e mai davvero graffiante e ironico. Verso la fine cade un pochino nel voler spingere sulla componente romantica. Per fortuna però lo fa in maniera talmente leggera e per niente stucchevole che tale vana narrativa arricchisce il film e non lo affossa a differenza di altri di questo genere.
Andrea Arcuri