“Il Colore della Libertà” – Recensione in Anteprima. Al Cinema dal 2 Dicembre 2021
Tratto dall’autobiografia di Bob Zellner, il film racconta la storia di un nativo dell’Alabama e nipote di un membro del Ku Klux Klan che s’inserisce nel centro per il movimento dei diritti umani e civili nel 1961. Ispirato da Martin Luther King Jr., da Rosa Park e dagli studenti di una scuola superiore locale che marciavano per protestare contro l’omicidio del contadino Herbert Lee.
Nessun dubbio che la storia del film sia molto importante, un esempio della lotta per l’uguaglianza che ancora oggi risulta rilevante. Bisogna anche precisare che il “cosa” risulta spesso ben diverso dal “come”. In questo caso il film rimane poco efficace e troppo superficiale rispetto ai presupposti di partenza andando a perdere di mordente e di forza riguardo il messaggio che vuole trasmettere e di cui si fa carico.
Troppo stereotipato e forse per questo percepito come eccessivamente didascalico, il film ha anche il difetto di avere una regia poco solida nonostante la sua messa in scena non richiedesse chissà quali difficoltà su questo fronte. Stiampo pur sempre parlando di una storia che si basa su tanti dialoghi e sporadici momenti d’azione. Ne risulta un film che non colpisce nel segno e anche il proprio messaggio risulta poco efficace a causa di questi molti difetti.
Rimane un’ottima interpretazione di Lucas Till conosciuto per pochi film (forse il suo ruolo più importante rimane Havoc in “X-Men”) e per il remake della serie tv “MacGyver”. Questo giovane attore meriterebbe una maggior visibilità e ruoli più interessanti in film decisamente migliori.
Andrea Arcuri