“A Volte nel Buio” – Recensione In Anteprima. Presentato Al Trieste Science+Fiction Festival 2021
Una comunità affetta da una misteriosa malattia. Morti improvvise tra gli abitanti del villaggio vicino. Il rapimento di un bambino scatena rappresaglie.
E’ un cinema fatto di staticità e di riflessione, di iperbole e di lentezze, di metafore e filosofie. Bisogna esserne a conoscenza e soprattutto saperlo apprezzare perché si potrebbe rischiare di annoiarsi e non capirlo per niente. Il regista va dritto per la sua strada senza vergogna e con una coerenza da far invidia a tutti. Tutto nel suo film trasmette fermezza di intenti e di motivazioni dei vari personaggi. Le iperbole sono prese in maniera lieve e ampia nella maggiorparte dei momenti ma il film sa anche quando deve accelerare (sempre nel suo stile pacato) e tirare le somme di una storia che poteva essere raccontata in maniera differente ma invece è stato scelto questo.
La quasi totale assenza di dialoghi è accompagnata da una voice-over che si fa sentire ogni cinque o dieci minuti. Tale voce ha la funzione di portare avanti la narrazione collegando i vari contesti dove le immagini non possono arrivare ma soprattutto serve per arricchire il racconto con riflessioni e frasi poetiche che perfettamente si incastrano nel racconto.
E’ un cinema che potrebbe essere ostico a chi non lo conosce ma se si ha la voglia e l’apertura mentale potrebbe dare moltissime soddisfazioni e riflessioni postume alla visione
Andrea Arcuri