Pandemia e sesso: per i giovani la prima volta è online
La scuola, le gite, le feste, la discoteca e le semplici passeggiate all’aperto hanno sempre rappresentato un momento di incontro e di socialità fondamentale per gli adolescenti: le occasioni per far nascere i primi amori e le prime esperienze sentimentali accompagnate dall’approccio con una sessualità ancora sconosciuta e misteriosa.
Oltre un anno di restrizioni necessarie a contenere la pandemia ha impoverito le esperienze relazionali e sessuali dei ragazzi in un’età critica. I giovani che si affacciano alla vita sessuale sono sempre più disinformati e soli: Internet è diventato quasi l’unica fonte di informazione e anche di pratica sessuale. A lanciare l’allarme sono i medici della Sia (Società italiana di andrologia) riunitisi recentemente in un congresso a Riva del Garda in provincia di Trento.
Nel corso dell’incontro è stato presentato uno studio che ha coinvolto ottanta sedicenni di entrambi i sessi a cui sono state rivolte una serie di domande centrate sull’eros (risposte fornite nel 2019 e nel 2020): la consapevolezza sul sesso, la contraccezione, le malattie sessualmente trasmesse e, anche, l’interpretazione dei canali utilizzati abitualmente per aggiornarsi correttamente su sessualità e relazioni.
Dai risultati dell’indagine emerge un quadro preoccupante: “Solo un terzo dei giovani (35 per cento) dichiara di essere abbastanza informato e solo il 10 per cento ha dichiarato di avere un partner stabile, ma il 27,5 per cento ha avuto un rapporto sessuale completo. Internet è la prima fonte informativa per uno su due, seguito dagli amici (28,75% per cento). Appena il 5 per cento degli adolescenti coinvolti nello studio ha affermato di avere ottenuto informazioni sul sesso da medici, il 55 per cento dei partecipanti non ha mai parlato a qualcuno di sessualità” ha commentato Francesco Chiancone del dipartimento di Urologia dell’ospedale Cardarelli di Napoli e coordinatore dello studio.
Ma non è tutto. Le mancanze dei ragazzi vengono colmate da Internet che mette a disposizione siti porno, cybersex (sesso virtuale) e sexting (l’invio di testi o immagini sessualmente esplicite tramite web o telefono cellulare). Tra i pericoli di queste attitudini è la confusione e la disinformazione su un tema così delicato come il sesso, con il rischio di indurre a comportamenti e stili di vita scorretti che possono minare il futuro benessere sessuale dei ragazzi oltre che quello psicologico.
Però, ecco la buona notizia: “Se da un lato la pandemia ha danneggiato i 16-17enni, privati di un anno fondamentale, anno in cui in genere si fanno le prime esperienze dall’altro sembra averli responsabilizzati e resi più attenti alle malattie sessualmente trasmissibili, all’uso del preservativo e alla scelta di partner stabili” ha precisato Alessandro Palmieri, presidente Sia e professore di Urologia alla Federico II di Napoli.
Davide Debernardi per Global Story Telling