Nightmare Alley – William Lindsay Gresham. Recensione
Notizia “offtopica” per i cinefili. Guillermo Del Toro (oscar come regia per “La forma dell’acqua”) ha preso in mano il libro per trarne un film ricco di nomi di richiamo, primo tra i quali Bradley Cooper che ha la parte del protagonista del libro.
Entrando nel merito della storia -Stati Uniti tra fine ottocento e primi decenni del novecento-, ci si trova di fronte ad un ambiente ai margini della società, cioè quello dei baracconi e dei conseguenti fenomeni che all’interno ci vivono. In un simile microuniverso si fa di tutto per poter anche guadagnare qualche misero soldo, non ultimo ingannare la credulità di quella massa che fa da pubblico a queste messinscene talvolta improvvisate, perché di spettacolo non si può proprio parlare.
In un simile contesto, l’arte della parola è fondamentale per ottenere il risultato. E anche il pensare dev’essere svelto, soprattutto se la situazione prende una piega inattesa rischiando di far precipitare tutto l’impianto dell’imbroglio. Al centro di questo si trova Stan, il personaggio principale che si qualifica come mentalista. Parlando di lui, Gresham illustra così di quali stratagemmi e sotterfugi sia capace per portare a casa la famosa pagnotta. La voglia di emanciparsi, di trovare l’occasione giusta per sistemar lo porterà a cercare altri palcoscenici più ambiziosi.
La prosa di Gresham è molto varia. A volte la narrazione risulta esterna, mentre in altri passaggi non solo è interna ma si ricorre anche al flusso di coscienza del protagonista che, mediante un semplice dettaglio, è capace di flash back inaspettati. Questa varietà di stili risulta però un’arma a doppio taglio per la fruizione del libro, perché se dimostra una certa capacità dell’autore, talvolta disorienta chi legge.
“Nightmare Alley” rimane comunque un importante indagine sull’inganno, sia per chi lo architetta sia per chi suo malgrado lo subisce. Il lavoro sulla psicologia delle figure di primo piano del libro risulta davvero notevole. E’ quindi un testo importante da leggere per comprendere a quale livello di bassezza può arrivare l’animo umano, anche se per il mio gusto avrei sfrangiato almeno una cinquantina di pagine perché lo scrittore si dilunga un po’ troppo in alcuni frangenti.
Sono tuttavia curioso di vedere come viene realizzata su pellicola questa storia…
Enrico Redaelli per GlobalStorytelling