“Solos” – Recensione in Anteprima . Disponibile su Amazon Prime video dal 25 Giugno 2021
La serie antologica in sette episodi esplora le strane, bellissime, struggenti, divertenti, straordinarie verità di cosa significhi essere umani. La serie è ambientata nel nostro presente e nel futuro e sottolinea come, anche nei momenti in cui ci sentiamo più soli, siamo in realtà tutti connessi attraverso l’esperienza umana.
In giro si sentono tante critiche riguardo a “Solos”. Bisogna però partire da un presupposto ben preciso : la serie è costruita, narrata e realizzata in un modo particolare stile e quindi onesta con il suo pubblico senza promettergli qualcosa che poi non mantiene. Ogni puntata viene messa in scena come se fosse un singolare atto teatrale, una scena dove un solo attore o pochi si mettono in mostra puntata tutto sui dialoghi, le prese di coscienza e le emozioni più profonde.
Soprattutto al cinema e nelle serie televisive non siamo molto abituati a queste “vetrine”, a questi assoli perché nella nostra mente quello che viene visto su grande o piccolo schermo deve avere uno sviluppo di un certo tipo. Il teatro è più dedicato alla bravura dell’attore che è presente in scena e che racconta una storia senza l’ausilio di molti effetti speciali, cambi di punti di vista e con poca scenografia.
Riuscendo quindi ad accettare e superare questo ostacolo mentale, “Solos” si mostra a volte inquietante e altre volte un pò noioso nella sua progressione. Cerca di mettere in scena il potenziale a volte spaventoso della tecnologia ma per farlo evita momenti d’azione e di riempire la storia di contesti differenti ma si affida totalmente alle performance e ai discorsi che ne vengono fuori.
Alla fine può piacere o meno ma David Weil, il team di sceneggiatori, registi e attori mettono insieme qualcosa di originale che rompe gli schemi e non può lasciare indifferenti. A volte basta questo per riuscire ad attirare l’attenzione di un pubblico saturo di prodotti a volte troppo uguali a se stessi e che invece dovrebbe provare qualcosa di nuovo. Sono sicuro che una parte di pubblico si avvicinerà a “Solos” credendo di trovare qualcosa di differente e alcuni di questi ne rimarrà piacevolmente conquistato da uno stile cosi differente e originale.
Andrea Arcuri