“Concrete Cowboy” – Recensione in Anteprima. Disponibile dal 2 Aprile 2021 su Netflix

29 Mar, 2021

“Concrete Cowboy” – Recensione in Anteprima.

Disponibile dal 2 Aprile 2021 su Netflix

L’attore Idris Elba è protagonista di questa storia che racconta in maniera avvincente un dramma tra un padre assente e un figlio scapestrato che ha bisogno di essere indirizzato nella vita prima di perdersi totalmente. Sappiamo come procederanno le cose ma la pellicola di Ricky Staub scorre in maniera piacevole e senza annoiare. Certamente a volte risulta un po’ banale nei suoi risvolti narrativi e Idris Elba è una sorta di nome per attirare il pubblico quando in realtà risulta s volte ai margini della storia che si concentra sul percorso formativo del figlio Cole ( Caleb McLaughlin di “Stranger Things”). 

Sicruamente il film ha il pregio di raccontare a più persone la sottocultura degli Urban Cowboy ma certo sempre in maniera artificiosa e all’interno di un film d’intrattenimento per il pubblico mainstream. Nel cast in ruoli secondari sono presenti diversi cowboy autentici di Fletcher Street e come set vengono usati luoghi di North Philly che includono alcune scuderie storiche. Non possiamo negare che abbia buone intenzioni ma il tutto rimane sempre troppo in superficie riguardo ad un mondo su cui ci si poteva addentrare meglio. 

“Concrete Cowboy” non è il primo film che esamina come l’equitazione resista dove meno te lo aspetti e cerca di far passare il messaggio che a volte per trovare “la retta via” e lasciare le brutte abitudini si deve fare affidamento alle tradizioni. Potrebbe sembrare uno di quei  film che abbiamo visto un milione di volte ma per fortuna il regista limita i clichè e le ridondanze il più possibile e si affida alla coppia di attori protagonisti dove Idris Elba ci regala un’ennesima grande performance e il giovane Caleb McLaughlin riesce a stargli dietro. 

Alla fine rimangono delle ottime prove di due attore, un mondo che avremmo voluto conoscere meglio e la consapevolezza che il regista ci ha risparmiato tante sviolinature melense (ma certo alcune sono presenti, soprattutto nel finale) e una storia che tutto sommato abbiamo visto simile fin troppe volte per come procede. 

Andrea Arcuri