AMERICAN POP Di Snowden Wright – Nutrimenti. Recensione

3 Mar, 2021

AMERICAN POP Di Snowden Wright – Nutrimenti. Recensione

Non solo il titolo, “American Pop”, ma anche la copertina del libro è molto seducente e ammicca al lettore con un illustrazione tipica degli anni ‘50 in cui una bellissima ragazza bionda sta per sorseggiare la famosa bibita Pancola. Appena lo apri scopri una fotografia in bianco e nero di una ballerina con fascetta di diamanti in testa, capelli lunghi appena sotto l’orecchio, avvolta da vaporose piume bianche ed ecco che Grease diventa Il Grande Gatsby con l’atmosfera da speak-easy tipica dei ruggenti anni ‘20. Anche il commento del Wall Street Journal, ripeto Wall Street Journal, Un racconto così solido e familiare che si finisce per provare nostalgia per il sapore di una bibita mai bevuta” seduce e attrae tanto che alla fine, ovviamente, esco dalla libreria tutta felice del mio nuovo acquisto. Il romanzo racconta l’avvincente storia della famiglia Forster, dagli inizi, al grande successo fino alla rovinosa caduta e tristissima fine dei suoi eredi. Siamo alla fine dell’800 e Houghton Forster è un ragazzo molto intelligente e pieno di iniziativa che riuscirà a creare una bibita frizzante, analcolica, irresistibile che conquisterà gli interi Stati Uniti. Senza considerare l’ingrediente segreto che la rende così deliziosa e che non verrà mai rivelato. Vi ricorda qualcosa? Certo che sì, ma la bibita, la Pancola, è in realtà la rivale, ma mai vincitrice, della Coca Cola. Houghton si innamora perdutamente, si sposa e mette su famiglia: i suoi 4 figli, Montgomery il maggiore, Harold e i due gemelli maschio e femmina, Lance e Rmsey, sono affascinanti e intelligenti (eccetto uno Harold, nato con un ritardo cognitivo) quanto totalmente smarriti, tormentati e infelici. Un po’ Grande Gatsby, un po’ “Sex and the city” (per nulla esplicito ma quanta modernità per una famiglia praticamente estintasi negli anni ‘70) con una buona dose di “mai una gioia”, le vicende della famiglia Forster hanno il potenziale per coinvolgere il lettore. Senza considerare un protagonista silenzioso ma potente, lo stato del Mississippi, in un epoca in cui la mentalità sudista americana era una vera istituzione culturale. Peccato che il tutto sia raccontato in modo apparentemente disorganizzato. Sembra infatti che l’autore, intento a raccontare le vicende di alcuni personaggi, si ricordi all’improvviso di un altro episodio, accaduto ad altri personaggi e in un’altra epoca, e che debba aprire una parentesi lunga molte righe per raccontare un aneddoto legato marginalmente al racconto principale di quel capitolo. Si balza dalla fine dell’800 agli anni ‘20, dagli anni ‘40 agli ‘80 come nulla fosse, come se tutto fosse un ricordo, bello sì, ma molto confuso. I capitoli sono numerati e il loro titolo consiste in frasi telegrafiche, separate da trattini, riguardanti i punti cardine di ciascun capitolo in perfetto tema con il disordine del racconto stesso. In conclusione di “American Pop” si potrebbe dire: è intelligente ma non s’impegna.

Originario del Mississippi, Snowden Wright ha studiato al Dartmouth College e alla Columbia University, ha collaborato con il New Yorker e la Paris Review e ha scritto per il New York Daily News, per The Atlantic, Salon, Esquire e The Millions. Ha esordito nel 2013 con il romanzo Play Pretty Blues, vincitore del Summer Literary Seminars’ Graywolf Prize. Dopo avere trascorso nove anni a New York, è tornato in Mississippi, dove ha ultimato la stesura di American Pop e dove vive attualmente, nella contea di Yazoo.

 

Voto finale: 6/7

 

Francesca Vivalda per Golbalstorytelling