“Wonder Woman 1984” – Recensione. Disponibile On Demand

13 Feb, 2021

“WONDER WOMAN 1984”

IL SEQUEL DI CUI FORSE NON SENTIVAMO IL BISOGNO

Il cinecomic è disponibile su alcune piattaforme streaming per l’acquisto e il noleggio premium come Amazon Prime Video, Apple Tv, YouTube, Infinity, Google Play, TIMVISION e Sky Primafila dal 12 febbraio.

In un mondo di super eroi dare visibilità alle super eroine è doveroso ma forse dargliene per oltre 2 ore e 30 minuti si è rivelato in po’ troppo.

“Wonder Woman 1984” è il secondo film, e come il precedente girato da Patty Jenkis, interamente dedicato alla più forte e affascinate amazzone di sempre. Interpretata dalla splendida attrice israeliana Gal Gadot (per questo film anche produttrice) che per la 4a volta (considerando anche i due film “Batman vs. Superman” e “Justice League”) indossa tiara, corpetto e cintura. Dal 18 Marzo in realtà sarà la 5a volta perché la vedremo anche in Zack Snyder’s Justice League.

Rispetto al primo film uscito nel 2017 e ambientato durante il secondo conflitto mondiale, ora ci troviamo nel 1984 dove Wonder Woman continua a combattere il crimine mentre il suo alter ego, Diana Prince, è un’archeologa impegnata al Smithsonian Museum di Washington. A rendere tutto più frizzante arrivano la collega gentile e goffa di Diana, Barbara Minerva (Kristen Wiig), l’imprenditore senza scrupoli che si fa pubblicità in tv – avete presente i venditori di auto? – Maxwell Lord (un Pedro Pascal questa volta privo di baffi e fascino) e una misteriosa pietra capace di avverare qualunque desiderio. Ognuno di loro ne entra in possesso per un breve istante ed ecco che tutto si complica: Diana desidera che il suo amore perduto nel primo episodio, Steve (Chris Pine), ritorni da lei, Barbara vuole diventare bella e sicura di sé come Diana (acquisendo allo stesso tempo una forza e un’agilità eccezionali tipiche di Wonder Woman) e Maxwell invece ambisce a diventare lui l’essere in grado di esaudire i desideri. Inutile dire che tutti i tre desideri diverranno realà ma che solo la nostra eroina saprà rinunciarvi per il bene comune mentre gli altri due personaggi, Barbara e Maxwell, ne saranno divorati, diventando gli antagonisti della storia.

Ma ora veniamo ai protagonisti principali: Diana Prince/Wonder Woman è una donna riservata e solitaria (davvero inusuale per un super eroe, non trovate?) che si preclude ogni emozione perché legata ad un amore passato. Barbara Minerva è la simpatica nerd ignorata da tutti la cui avvenenza e potere finalmente trovati la trasformano nella donna ghepardo Cheetah (molto simile all’evoluzione del personaggio di Elettro di “The Amazing Spiderman 2”). Concludiamo con Maxwell Lord in cui alcuni hanno visto una trasposizione di Donald Trump (??), forse per il suo atteggiarsi da businessman falsamente cool e vincente, mentre io vi ho visto il solito uomo assetato di potere disposto a tutto pur di ottenerlo.

Tra tanti effetti speciali, luci, salti e piroette purtroppo “Wonder Woman 1984” non emoziona, è prevedibile e le 2 ore e mezza non passano leggere… Ma c’è un ma, infatti anche questa ennesima pellicola sui supereroi può darci una piccola lezione di vita in grado di indurci a riflettere: dobbiamo stare attenti a ciò che desideriamo perché un giorno potrebbe avverarsi.

Francesca Vivalda per Global Story Telling