GLOBAL LIGHT NEWS – Fatti “Imperdibili” Dal Mondo Dello Showbusiness.
Settimana 8/12 Febbraio. Parte 2
LVMH DICE ADDIO A “FENTY” MA E’ PRONTO AD ACCOGLIERE BIRKENSTOCK
Dopo nemmeno due anni il gigante del lusso, LVMH, gruppo che possiede marchi del calibro di Louis Vuitton, Dior, Fendi, Bulgari e Tiffany, solo per citarne alcuni, ha detto addio a Fenty, l’azienda d’abbigliamento di Rihanna.
Notizia arrivata martedì 9 febbraio dopo che il brand di moda della popstar ha dimostrato di non aver raggiunto il budget stabilito e che pertanto verrà chiuso di comune accordo tra le parti (siamo sicuri che sia di comune accordo, Riri?).
Vediamola positivamente, potrebbe essere un incentivo a tornare con un nuovo disco, sperare non costa nulla.
Nel mentre LVMH ha dimostrato grande interesse nei confronti del marchio tedesco di massimo comfort e minimo stile Birkenstock (i sandali fashion repellent, per capirci) a cui ha rivolto una proposta d’acquisto che oscilla tra i 4 e i 4,5 miliardi di euro. Non strabuzzate gli occhi…it’s business, baby!
“FRAMING BRITNEY SPEARS”, LE LUCI DELLA RIBALTA CHE BRITNEY NON HA MAI CERCATO
Da giorni non si parla d’altro: il documentario “Framing Britney Spears”, prodotto dal quotidiano americano New York Times, sta regalando una nuova, ma dubitiamo desiderata, popolarità a Britney Spears, popstar celebre non solo per i suoi successi musicali ma anche, e soprattutto, per il suo privato.
Il documentario racconta tutta la storia di Britney, costellata di trionfi e rovinose cadute, dall’infanzia in Louisiana al clamoroso successo arrivato a soli 17 anni, passando per la sua mediatica vita sentimentale (vi dice niente “Cry me a river” di Justin Timberlake, suo fidanzato dal ‘99 al 2002?). Ovviamente viene dato ampio spazio anche al rapporto con la stampa, spesso ossessiva e non troppo gentile nei confronti della cantante, e il crollo nervoso che nel 2007 le fece toccare il fondo. Immancabile la controversa e da molti criticata tutela legale e finanziaria, in mano al padre Jamie dal 2008, e che ha dato vita al movimento #FreeBritney.
A noi Britney manca tanto, ma vediamo lontani i tempi di “Toxic”, “Slave for you” e “Womanizer”, purtroppo.
Francesca Vivalda per Globarl Story Telling