“I Care a Lot” – recensione in Anteprima. Disponibile su Amazon Prime Video dal 19 Febbraio 2021

10 Feb, 2021

“I Care a Lot” – recensione in Anteprima.

Disponibile su Amazon Prime Video dal 19 Febbraio 2021

 

Armata di una spietata sicurezza di sé, Marla Grayson (Rosamund Pike) è una tutrice legale di professione affidata dal tribunale a decine di anziani. Tramite metodi loschi ma legali, truffa astutamente i suoi assistiti sottraendo loro i risparmi con un metodo ormai ben rodato insieme alla sua partner d’affari e amante Fran (Eiza González). La sua ultima preda, Jennifer Peterson (Dianne Wiest), una pensionata benestante senza eredi o famiglia ha un segreto che la lega con uno sfuggente gangster (Peter Dinklage). Marla è costretta ad alzare la posta in gioco in una sfida che non sarà affatto leale.

Il regista J. Blakeson ha al suo attivo pochi film; l’interessante “La Scomparsa di Alice Creed” e il poco riuscito e grande flop “La Quinta Onda”. Partendo dal fatto che quest’ultimo è nato sulla scia dei vari successi tratti dalla letteratura young-adult, possiamo dargli atto di aver provato a cavalcare un genere cinematografico che ormai era saturo. Meritevole di una nuova occasione con “I Car a Lot” realizza un thriller molto elegante e caratterizzato da dialoghi taglienti che parlano di disprezzo in maniera arguta e originale in quella che si rivela una black-comedy.  

Il regista e in generale tutto il film trovano nella performance di Rosamund Pike il punto centrale su cui creare il centro narrativo per andare avanti. L’attrice crea ancora una volta un personaggio multisfaccettato di enorme spessore e spero venga tenuta in considerazione per i prossimi premi Oscar. L’attrice ha una fragile eleganza fuori dagli schemi che riesce a far coesistere con una spietatezza e presenza scenica straordinaria. Rosamund Pike l’ha già dimostrato in diversi film e soprattutto dopo “L’Amore Bugiardo” di David Fincher ha dato libero sfogo a ruoli di questo tipo anche sa a volte il suo personaggio viene lasciato ai margini perché magari non proprio protagonista. J. Blakeson non commette questo errore e gli lascia il pieno controllo della scena con ottimi risultati sia per lei ma soprattutto per la riuscita finale del film.   

Viene messa in discussione il senso di umanità e bontà dei vari personaggi e assistiamo ad una moltitudine di gesta a volte orribili che si fanno tra loro. La particolarità più notevole della diabolica sceneggiatura di Blakeson è il suo attento evitare ogni tipo di eccesso. Troppo spesso pur raccontando di gangster, inganni, omicidi e altro il regista non sente sempre il bisogno di mostrare quanto tutto questo sia negativo e questo rende il film ancor più realistico. Si parlava della scelta di lasciare alla sua attrice campo libero e infatti solitamente quando si creano personaggi cosi negativi come Marla, il regista e l’attore ricorrono all’eccesso con situazioni esagerate e interpretazioni macchiettistiche. J.Blakeson crea situazioni credibili e mai assurdamente eccessivi e la stessa Rosamund Pike con tutta questa libertà risulta sempre misurata e precisa in tutto quello che fa. 

Non c’è un’analisi critica su un sistema corrotto, viene solo sfiorato tutto un discorso legato a come gli anziani siano sottovalutati e presi di mira nel mondo. Il film è spoglio di tantissime caratteristiche che potrebbero renderlo piacevole ad un pubblico più ampio ma Blakeson decide di puntare su un umorismo molto pungente. Egli non è interessato a renderlo facile per nessuno, non per i suoi personaggi e non per il suo pubblico e anche le motivazioni che spingono Maria a comportanrsi in un determinato modo sono vagamente esplicitate e senza volerle dare scusanti o cercare di renderla più accettabile.

Andrea Arcuri