“Outside the Wire” – Recensione in Anteprima. Disponibile su Netflix dal 15 Gennaio 2021

9 Gen, 2021

“Outside the Wire” – Recensione in Anteprima.

Disponibile su Netflix dal 15 Gennaio 2021.

Il regista Mikael Håfström ha un ottimo feeling con il genere horror ma ha dimostrato anche con l’action. Nel 2007 si è fatto conoscere al grande pubblico grazie a “1408”, tratto dall’omonimo breve racconto di Stephen King incluso nella raccolta “Tutto è fatidico” con John Cusack e Samuel L. Jackson come protagonisti. Nel 2010 aveva provato con “Shanghai”  ma il film non ottenne un gran successo sia di pubblico sia di critica. Successivamente è stata la volta de “Il Rito”, ispirato al romanzo “The Rite: The Making of a Modern Day Exorcist”. Tra gli attori si annoverano Anthony Hopkins, Rutger Hauer e l’italiana Maria Grazia Cucinotta. Successivamente prova a cambiare genere con l’action e nel 2013 dirige Sylvester Stallone e Arnold Schwarzenegger in “Escape Plan – Fuga dall’inferno”. Ora per Netflix siamo nel campo della fantascienza misto al genere guerra.

Nel prossimo futuro, un pilota di droni viene inviato in una zona militarizzata mortale e deve collaborare con un ufficiale androide per individuare un dispositivo apocalittico. 

L’attore Anthony Mackie sembra fare le prove generali per raccogliere il testimone di Chris Evans come nuovo Captain America visto che alcuni avvenimenti degli ultimi film MARVEL sembrano suggerire tale evento. Sebbene il film sia uno di quelli che punta moltissimo sul ritmo estremo, tante scene d’azione si riscontra nel finale un timido tentativo per sollevare pensieri e argomentazioni su temi importanti e controversi nello spettatore. Il problema è che tutto rimane molto superficiale e senza vera convinzione e lucidità di scrittura. Tali “argomenti importanti e controversi” passano cosi senza che quasi ce ne accorgiamo.  

Sono 115 minuti che tutto sommato passano senza risultare pesante o annoiarsi. Alcune situazioni risultano ripetitive e la regia non brilla certo per originalità stilistica e il tutto tende a risultare simile ad altre pellicole dello stesso genere senza distinzione. Forse il suo unico problema è proprio il rischio di essere scambiato con una moltitudine di titoli simili perché in fin dei conti non ha nulla di davvero originale o particolare cosi da non avere una sua precisa caratteristica. L’unica particolarità risiede nel personaggio dell’ufficiale androide (Anthony McKie) che inoltre non viene neanche sviluppato a dovere e sembra essere solo un buon espediente estetico e nulla di più. 

Il regista Mikael Håfström ha dimostrato di sapersi destreggiare con generi differenti ma ancora una volta siamo di fronte ad un film Netflix la cui unica intenzione è lasciarsi guardare, rimanere nella Top 10 per un paio di settimane e poi cadere nel dimenticatoio senza grandi problemi. 

Andrea Arcuri