“Tutti per 1 – 1 per tutti” – Recensione in Anteprima. Disponibile su Sky dal 25 Dicembre 2020

19 Dic, 2020

“Tutti per 1 – 1 per tutti” – Recensione in Anteprima.

Disponibile su Sky dal 25 Dicembre 2020 

Sempre goliardici ma più arrugginiti, tornano D’Artagnan (Pierfrancesco Favino), Porthos (Valerio Mastandrea) e Athos (Rocco Papaleo), richiamati dalla Regina Anna d’Austria (Margherita Buy). Guidati stavolta da una veggente di nome Tomtom (Giulia Michelini), si lanceranno in una nuova, mirabolante, avventura che intreccerà i destini della piccola Principessa Ginevra (Sara Ciocca), figlia di Enrichetta d’Inghilterra (Anna Ferzetti) e Buffon (Federico Ielapi), un giovanissimo e riccioluto orfanello. 

Il Film “Moschettieri del Re” del 2018 è stato una bella sorpresa nel panorama del cinema Italiano. Non aveva fatto grandi numeri al box office ma era stato accolto come qualcosa di anomalo e inaspettato per alcuni suoi aspetti caratteristici legati sia all’ambientazione e sia a tempi comici perfetti e un ritmo calibrato. Purtroppo, nonostante i buoni intenti si perdeva nel finale in cui entrava in campo un bambino e il suo immaginario. Altra caratteristica era il cast particolarmente azzeccato ma per certi versi disfunzionale. Pierfrancesco Favino era l’unico che sembrava aver capito tutto di quel film perché inventava, creava e giocava col suo personaggi cimentandosi in un tipo di comicità nuova per lui. Sergio Rubini, Valerio Mastandrea e Rocco Papaleo portavano loro stessi e i propri tormentoni dentro quei personaggi finendo col ripetersi troppo. Alla fine il film risultava troppo impostato per essere davvero anarchico e rivoluzionario infatti soprattutto nel finale andava ad ancorarsi con i soliti moralismi.

Mi sono dilungato nel parlare del primo film perché sostanzialmente il seguito ripropone gli stessi canoni se non addirittura va ad accentuarli in alcuni aspetto quali realizzare un film ancor meno anarchico a livello narrativo e più dedicato alle famiglie. Non solo riprende lo spunto fiabesco a misura di ragazzo ma anche l’alchimia tra gli attori in campo si ripete in maniera uguale al precedente. A questo si aggiunge un senso di stanca in una narrazione lenta e confusa che a volte si dilunga in scene futili e superflue mettendo talmente tanta carne al fuoco da non far comprendere veramente allo spettatore la direzione che sta percorrendo. 

Stiamo pur sempre parlando di una fiaba leggera, divertente e demenziale perfetta per il clima natalizio. Il merito più grande del film è comunque quello di miscelare vari ingredienti in maniera perfetta tra i quali la commedia, la farsa in costume, i dialetti e un forte mix pop tra generi ma soprattutto di permettere al regista Giovanni Veronesi di realizzare il suo cinema che piace tanto al pubblico. Nonostante scenari non propriamente suoi a livello di contesto nel film è presente tanta sensibilità tra i personaggi e un senso di malinconica rassegnazione esistenziale.

Andrea Arcuri