“Mortal” – Recensione in Anteprima. Presentato al Trieste Science+Fiction Festival

31 Ott, 2020

“Mortal” – Recensione in Anteprima.

Presentato al Trieste Science+Fiction Festival

Il percorso artistico di André Øvredal è straordinario. Il grande pubblico lo ha conosciuto con “Troll Hunter”, falso documentario che segue le vicende di un gruppo di cacciatori di troll per poi sbarcare negli Stati Uniti d’America per spaventarci con “L’Autopsia di Jane Doe”. Nel 2019 Guillermo Del Toro ha voluto produrre “Scary Stories to Tell in the Dark” affidandogli la regia e ora questo talento norvegese torna nella sua terra per raccontare di miti norreni e di un ragazzo con poteri divini derivanti direttamente dalla mitologia nordica.

Non stiamo parlando della tipica storia delle origini di un supereroe, niente può accostare questo film con altri prodotti realizzati dalla Dc Comics o Marvel. Il regista mette in scena la paura che chiunque può provare in una situazione simile e parla delle nostre reazione più intime alla vista di qualcosa di soprannaturale e quindi inspiegabile. Tutto è reso in maniera profondamente avvincente e con un peso emotivo intenso e realistico.

La scelta rischiosa ma decisamente molto originale è stata decidere per uno stile di narrazione più lento del solito e il volersi affidare,  solo per sporadici momenti, alla CG. Proprio gli effetti speciali risultano essere molto limitati nella messa in scena in quanto principalmente costituiti da fulmini, saette e nuvole minacciose. Certo una scelta ben precisa magari dovuta anche ad un budget ridotto ma che per una storia cosi affascinante rischiano di essere una limitazione pensando alla resa finale.

Per fortuna c’è la forte creatività di un regista che sa sfruttare al meglio i propri mezzi e soprattutto ha una capacità innata da narratore come pochi. André Øvredal sa raccontare storie che uniscono bene componenti più commerciali come ad esempio le tipiche caratteristiche del genere horror ( come fatto in “Scary Stories to Tell in the Dark”) oppure in questo caso momenti d’azione con una fortissima e intensa componente emotiva. Ne viene fuori cosi un film che sa intrattenere e con personaggi di spessore e grande forza d’animo.

Nota di merito al protagonista interpretato da Nat Wolff conosciuto in Italia solo in ruoli da adolescente un po’ impacciato. Speriamo che questo film gli dia la possibilità di farsi notare in un ruolo decisamente più di spessore che mette in mostra tutte le sue doti di attore.

Andrea Arcuri