“Palm Springs” – Recensione in Anteprima. Al Cinema dal 22 Ottobre 2020

17 Ott, 2020

“Palm Springs” – Recensione in Anteprima.

Al Cinema dal 22 Ottobre 2020

Regia di Max Barbakow – Con: Andy Samberg, Cristin Milioti, J. K. Simmons, Meredith Hagner, Camila Mendes, Tyler Hoechlin e Peter Gallagher

 

Parto subito dicendo che il film non mi ha proprio convinto del tutto. Soprattutto perché si rifà a qualcosa di già visto. La pellicola sfrutta in abbondanza molti degli spunti offerti da “Ricomincio da capo” che nell’immaginario collettivo viene spesso erroneamente ribattezzato come “Il giorno della marmotta”, dove il protagonista, per uno strano sortilegio, si ritrovava ‘imprigionato’ nello stesso giorno.

Seppure Palm Springs si differenzi per alcuni non trascurabili aspetti, in esso rimane un’impronta di fondo che lo lega indissolubilmente all’altro titolo, tanto da sembrarne una brutta copia.

Il risvolto simpatico potrebbe essere il fatto che chi rimane coinvolto in questo loop temporale può divertirsi a improvvisare alcune varianti per evitare una ripetizione pedissequa dei fatti di quelle ore. Sempre per cercare di distaccarsi dal ricordo di “Ricomincio da capo”, il regista tenta anche di risolvere la sua trama con l’espediente del ‘Deus ex machina’, da molti (e anche da me) ritenuto sorpassato e troppo semplice per uscire dai grovigli di una trama.

Il cast non risulta noto alla grande massa di pubblico. Sinceramente non ho riscontrato interpretazioni degne di nota tra gli attori. Spiccano, ma solo perché hanno più spazio di altri, Samberg e Milioti probabilmente perché in un contesto dove tutto dev’essere patinato e vincente, loro due incarnano il modello dell’antieroe e dell’antieroina. Non sono sufficientemente #glamour e per questo vengono messi in disparte dal resto del gruppo, decisamente più omologato rispetto a loro. Insieme, risultano meno perdenti di come vorrebbe farli apparire la società rappresentata nel plot.

Samberg e Milioti potrebbero anche apparire simpatici. Rimane che i loro dialoghi e le loro situazioni abbiano un forte retrogusto di stereotipato. Per quanto teneri, nell’insieme non bucano lo schermo.

Una nota piacevole, per non essere completamente negativi, potrebbe riguardare la fotografia. Tutta quanta la trama si svolge il 9 novembre e vedere tutto quel sole e quel clima estivo crea, a queste latitudini una certa invidia.

Che sia stata una trovata ammiccante per coinvolgere maggiormente lo spettatore?

 

Enrico Redaelli per GlobalStorytelling