“Project Power” – Recensione. Disponibile su Netflix dal 14 Agosto 2020
I registi Henry Joost & Ariel Schulman si son fatti notare con i capitoli 3 e 4 della saga “Paranormal Activity” e poi pian piano hanno ricevuto consensi da parte di pubblico e critica grazie a successi di film cult quali “Viral” e “Nerve”. Anche loro entrano a far parte di quella lunga lista di cineasti che ricevono da parte di Netflix la massima libertà espressiva per la realizzazione di un loro progetto. Bisogna anche precisare che il film “Project Power” è stato scritto da Mattson Tomlin, al momento poco conosciuto ma su cui c’è molta attesa per la sceneggiatura del prossimo film “The Batman”diretto da Matt Reeves.
Tutta questa premessa serve per precisare che un film per il grande pubblico con un forte appeal commerciale si può distinguere dagli altri sempre grazie ad una buona regia e scrittura. I nomi di grandi attori conosciuti come Joseph Gordon-Levitt e Jamie Foxx sono sicuramente una forte attrattiva e formano una grande coppia action sul “piccolo” schermo ma bisogna sempre puntare sulla storia e la scrittura. In questo caso “Project Power” ha tutte le carte in regola per conquistare i giovani e spinge particolarmente su quelle caratteristiche che risultano molto attuali: una giovane ragazza afroamericana che arriva direttamente dal ghetto, un poliziotto che vuol fare del bene anche se significa sporcarsi un pò le mani e un uomo alla disperata ricerca della figlia sono un ottimo trio. Aggiungiamoci poi la storia di una pillola miracolosa che, una volta presa può trasformarsi per 5 minuti in un supereroe donandoti un potere straordinario.
La regia di Joost & Schulman è sempre attiva, non ci sono mai momenti di stanca e segue i protagonisti senza perderli un attimo ma sapendo dosare benissimo inquadrature strette nei momenti più concitati con campi lunghissimi che valorizzano la città e servono per prendere anche un attimo di respiro. Inevitabili i momenti di spiegazioni per aiutare il pubblico a capire bene il contesto e gli eventi ma in questo caso vengono usati sapientemente per rallentare la narrazione, ripensare a quello che abbiamo visto e prepararci per quello che arriverà. Altra particolarità della pellicola è la fotografia; il direttore Michael Simmonds, che ha lavorato con i registi per “Nerve”, dona al film una particolare luce al neon sempre molto intenso usando tutti i colori possibili esagerando volutamente cosi da avere una resa particolare.
Pellicole di questo tipo devono essere viste con due prerogative ben precise; lasciarsi conquistare dal mondo che raccontano e non soffermarsi troppo su incongruenze e assurdità e abbracciare totalmente nel contesto. Inoltre la storia ha sempre piccole e grandi banalità standard che si ripetono e questo porta a prevenire quello che sta per succedere facendo perdere un pò di originalità. La peculiarità a livello di storia è quasi totalmente legata ai vari poteri speciali che i personaggi acquisiscono grazie all’assunzione della già citata pillola.
Attori, colori e il costante movimento sono motivi di pregio per questo film che ben bilanciano una storia che ha quel senso di già visto. Sicuramente sarà un grande successo per il pubblico di Netflix e magari l’inizio di un franchise?
Andrea Arcuri